Il capo dei centristi vede Della Valle Montezemolo lo sostiene. E dialoga con Mastella e Margherita. Fini media
Ma anche i giorni caldi della battaglia sul vertice del Corriere della Sera. In un saletta riservata dell'Hotel Hassler, proprio in piazza Trinità dei Monti a Roma, lunedì si accomodano Diego e Andrea Della Valle, i signori Tod's. Arriva poi anche Pier Ferdinando Casini, il leader dell'Udc. Sono tutti amici. Convenevoli, saluti, baci e abbracci. Si parla degli assetti di Confindustria, del duello dentro Rcs. Diego e Pierfy sono amici di vecchia data. Ma Della Valle è anche il principale sponsor dell'Udeur e di Clemente Mastella, che qualche anno fa divideva con Casini la leadership del Ccd. Si parla anche degli affanni del governo, delle difficoltà ad andare avanti. E di un incontro altrettanto riservato avvenuto pochi giorni prima tra Marco Follini e Romano Prodi sulle reali possibilità di allargare la maggioranza. Insomma, Della Valle e Casini discutono anche delle larghe intese. Un tema che manda in bestia Silvio Berlusconi. Non ne vuol sentir parlare. E proprio per questo è stato il primo a lanciare (due giorni dopo il voto di aprile) la grande coalizione spiazzando i centristi e soprattutto per mandare un messaggio preciso al centrosinistra: se c'è qualcuno con cui dovete trattare, questo sono io, perché sono il leader del centrodestra. Ma il Cavaliere è oramai convinto che Casini «ha aperto una trattativa tutta sua» - come ha spiegato ai fedelissimi - che prevede l'esclusione dal palcoscenico sua e di Prodi. Ed è anche certo che il capo dell'Udc sia spalleggiato dalla «prima fila di Vicenza», dove intervenne alla convention di Confindustria attaccando proprio Della Valle e, dunque, Luca Cordero di Montezemolo. Quella trattativa per il Cav va subito stoppata. Così, chiacchierando a notte fonda con un cronista dell'Agi, rilancia anzitutto il partito unico: «Da settembre si parte con il partito dei moderati, anche Fini si è accodato. Si parte con la sezione italiana del Ppe. Prima però voglio rafforzare il mio partito, ci sono un paio di ipotesi che sto studiando. Letta? Non si occuperà di Forza Italia, deve restare a fare quello che ha sempre fatto, ci sono sempre delle nomine da fare e da tenere i collegamenti...». Ma poi affonda il colpo contro Casini: «Non sa dove andare. Non può andare fuori dalla Cdl. C'è un sondaggio che parla chiaro: il 67% degli elettori del suo partito non lo seguirebbe». Non basta, il messaggio deve essere ancora più chiaro: «Casini è imperscrutabile... non lo capisco, dovrebbe essere più chiaro. Cesa ti dice una cosa, poi si comporta in un altro modo...». Chiaro ora? Non ancora, il Cavaliere aggiunge: «Casini non sa dove andare, si trova in mezzo al guado. Ma di là non lo accetterebbero mai, e poi andrebbe fare solo uno dei colonnelli, andrebbe in mezzo ai franceschini... I traditori del resto sappiamo che non vengono perdonati dagli elettori. La storia è chiara: tutti quelli che hanno lasciato la Cdl sono completamente spariti. Quindi...». Il leader di Forza Italia avverte anche l'altra parte: «Il centrosinistra è tenuto unito dalla conservazione del potere, ma sono disuniti su tutto il resto. Se il governo cadrà noi siamo pronti. Siamo sempre pronti...». Insomma, eccomi. Il Cavaliere deve farlo: vuole rimettere in sesto Forza Italia, ma non può fare annunci proprio ora, proprio mentre Fini ha lanciato la riorganizzazione di An; potrebbe sembrare un gesto di sfida. Ne parlerà probabilmente al seminario del suo partito che si terrà a Gubbio a settembre. Nel frattempo vuole intensificare i rapporti con gli alleati, per il quale è stato incaricato Fabrizio Cicchitto che giusto ieri ha applaudito alla svolta di An. S'è rituffato nel mondo degli affari, ha ripreso a vedere amici e controllare i nemici (Carlo De Benedetti). Non si ferma qui, il Cav. Ha lanciato un amo nell'altra parte politica. Giulio Tremonti ha ripreso i suoi dialoghi con il ministro dell'Interno Giuliano Amato. I due si conoscono dai tempi dei «professori del Psi», erano gli anni Ottanta; oggi si frequentano assiduamente all'Aspen. Berlusconi ha ricevuto di nuovo B