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«Nessuna alternativa a noi». Schiaffo

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alla Chiesa sulle staminali

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«Sono qui - aggiunge - per mettere in atto il nostro programma e per realizzarlo con questa coalizione». E spiega: «Uno scarso scarto come al Senato non impedisce la corretta ed efficace gestione della cosa pubblica. La coalizione funziona e opera bene», prosegue Prodi. E in serata specifica più chiaramente, in un'intervista al Tg1, di non voler cambiare «nè direzione nè squadra» di governo. «Ogni 3-4 mesi qui c'è l'esercizio a ipotizzare maggioranze diverse. È una specie di tormentone o divertimento che ritorna. Ho vinto le elezioni - dice ancora il premier - con una coalizione precisa e un programma preciso, un programma che stiamo realizzando». Il premier era stato costretto a intervenire sulla questione della sua risicata maggioranza e del suo traballante govenro per rispondere a un'interrogazione del socialista Roberto Villetti, capogruppo della Rosa nel pugno a Montecitorio, che chiedeva se il governo ritiene che vi sia uno stretto rapporto tra il voto delle elezioni politiche e il mandato a governare per cinque anni. «Il mandato che ho ricevuto con il voto di aprile - aveva detto nel pomeriggio Prodi - è il risultato dovuto a una scelta precisa di un programma e di uno schieramento di forze politiche: un programma e una coalizione. Questa prospettiva, che si è configurata già dalle primarie, ha dato all'elettorato la possibilità di esprimere una preferenza e di conseguenza di aggregare il consenso sulla figura del candidato premier. La mia maggioranza risponde perciò a disegno politico preciso che si basa sul rispetto della distinzione tra maggioranza e opposizione, ed è proprio su questa distinzione che si fonda il leale confronto che nella vita democratica deve quotidianamente avvenire tra chi ha responsabilità di governo e chi si candida a sostituirlo». «È sotto gli occhi di tutti - osservava il premier - che lo scarto limitato, evidenziato dal risultato del voto, non impedisce alla maggioranza di realizzare una corretta ed efficace conduzione della cosa pubblica. Ecco perché io ribadisco che la nostra coalizione funziona e opera bene. Il margine di maggioranza è ampio alla Camera e più limitato al Senato, ma questo è un fenomeno sempre più comune in tutte le democrazie contemporanee. Io ho preparato una coalizione e un programma e sono qui per mettere in atto questo programma e per realizzarlo con questa coalizione». «E anche se molti si applicano in direzioni diverse - concludeva Prodi - ed è un'applicazione a cui in questi giorni tanti si dedicano, io non vedo alternative a questa coalizione e a questo governo». Nel corso del question time, inoltre, il presidente del Consiglio (ieri era la prima volta che un capo del governo tornava a rispondere ai deputati dopo cinque anni e mezzo) affrontava vari temi, tra cui uno scottante: quello della ricerca sulle cellule staminali. E in questo proposito Prodi difendeva il ministro della Ricerca Fabio Mussi che nei gironi scorsi ha dato il via libera - in sede di Unione Europea - alla ripresa del lavoro sulle staminali. E rivendicava: «Sono orgoglioso che la ripresa di un ruolo internazionale dell'Italia si sia affermata anche sul terreno» della ricecra. Una posizione, quella di Mussi, che è stata invece pesantemente criticata dal Vaticano. Le parole del premier facevano subito inalberare l'Udeur: saremo «vigili» affinchè nel campo della ricerca sulle staminali non si facciano altri «passetti avanti evocati dal ministro Bonino», avverte Mauro Fabris. E polemizzava il centrodestra. Attacca Riccardo Pedrizzi (An): «Prendiamo atto che il cattolico "adulto" Prodi, contrariamente all'intero mondo cattolico, si vanta della mozione-truffa approvata al Senato dal sinistracentro con il voto determinante dei sedicenti cattolici di quello schieramento, nonchè del conseguente accordo-truffa raggiunto in seno al Consiglio europeo sulla competitività graz

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