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E ora parte la battaglia sulla Manovra

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La maggioranza si blinda. Il governo: niente fiducia, ma non ci saranno modifiche

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Gli organismi ristretti hanno iniziato l'esame e fissato il termine per presentare emendamenti oggi alle 12. Per poter rispettare il calendario dei lavori, oggi le Commissioni ascolteranno il ministro dello Sviluppo Economico Pierluigi Bersani alle 8.30 e, alle 14.30, il vice ministro dell'Economia Vincenzo Visco. Poi la manovra arriverà all'aula di Montecitorio, per cui è attualmente calendarizzata domani. Sul testo - ha spiegato il ministro per i rapporti con il Parlamento, Vannino Chiti - non sarà posta la fiducia come invece avvenuto in Senato «per ragioni di tempo» perché viceversa il confronto governo, maggioranza, opposizione «era stato positivo: il governo ha inserito 98 emendamenti (il testo licenziato dalla commissione Bilancio) e di questi 18 erano proposte dell'opposizione a dimostrazione che c'è stato un confronto come non era mai accaduto in 5 anni con il centrodestra». Quindi - ha concluso Chiti - «non ci sarà fiducia anche perché in fondo la Camera può lavorare fino a ferragosto». Ma per il sottosegretario allo Sviluppo, Paolo Giaretta, la manovra è «sostanzialmente blindata» anche perché «non ci sarebbe tempo per una terza lettura al Senato» anche se - ha detto - non è scontato il ricorso al voto di fiducia. Sta di fatto che anche una minima modifica del testo alla Camera farebbe tornare la manovra in Senato per la terza lettura e attualmente, a meno che una nuova conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama non decida diversamente, i lavori del Senato dovrebbero terminare sabato prossimo. E una riunione dei capigruppo è già in programma oggi a Montecitorio per decidere il calendario d'esame della manovra. Le ipotesi sono dunque due: o la Camera mette la fiducia e converte il decreto al massimo entro i primi giorni della prossima settimana, oppure modifica il testo e lo rimanda all'esame del Senato. Nel caso fosse posta la fiducia il giorno più probabile potrebbe essere lunedì prossimo per consentire all'aula della Camera di votare martedì. Prosegue intanto lo scontro politico sulla manovra mentre farmacisti e panificatori continuano a protestare in piazza. L'opposizione si schiera contro molti dei provvedimenti varati dal Governo: in particolare Ignazio La Russa di An ha portato la protesta dei panificatori in aula alla Camera distribuendo filoni di pane ai deputati e affermando, riferendosi al premier, Romano Prodi, «tanto la mortadella ce la avete già...». E altri esponenti di An confermano l'intenzione di chiedere un referendum abrogativo contro molte parti del decreto. «Chiederemo anche alla Camera che si apra un confronto su questo provvedimento piovuto dall'alto e se anche questa volta ci sarà negato, penseremo a forme più dure di protesta», dice Gianni Alemanno (An). E arriva infine anche un appello al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano: Romano Colozzi, assessore alle Finanze della Lombardia e coordinatore degli assessori al Bilancio nell'ambito della conferenza delle Regioni gli chiede di non firmare il decreto perché la norma che prevede «il raddoppio dei rimborsi per i referendum è un provvedimento indecoroso e irrispettoso nei confronti degli italiani».

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