Il ministro Chiti
Vannino Chiti, titolare del dicastero per i Rapporti con il Parlamento, è l'uomo che annuncia davanti all'Aula i voti di fiducia. Dall'inizio della legislatura l'«ingrato compito» gli è già toccato quattro volte (l'ultima ieri a palazzo Madama sulla Manovra bis). Ma Vannino Chiti è anche l'uomo che Romano Prodi ha incaricato di trovare una mediazione per scongiurare il voto di fiducia sul decreto di rifinanziamento della missione italiana in Afghanistan. Un compito che gli è riuscito in parte visto che Chiti ha sì trovato la mediazione, ma non ha potuto scongiurare la fiducia. L'annuncio sempre ieri al termine di un faccia a faccia con i «senatori dissidenti». «L'orientamento - ha detto Chiti - è quello di porre la fiducia sull'articolo 2 e sul provvedimento nel suo complesso». «Questo non significa un rifiuto - ha aggiunto il ministro - del confronto con l'opposizione, ma è lo strumento che esiste per esprimere la diversità, insieme allo spirito di coalizione. Con i senatori c'è stato dialogo e nessuna proposta di scambio. Il dissenso esiste in tutte le coalizioni progressiste. Da parte loro è emersa l'esigenza di far sentire la loro differenza ma anche la volontà di esprimere il sostegno alla coalizione». Alla fine, infatti, i «dissidenti» voteranno la fiducia ma, prendendo spunto dalla mozione della Camera, dovrebbero presentare in Aula degli ordini del giorno sui punti che più «li convincono».