Ieri l'esecutivo del partito
Anche la destra rinnovata secondo le indicazioni di Fini, comunque, ha le sue spine, più o meno acuminate. L'inizio dell'esecutivo, ieri nella sala Tatarella del gruppo, registra la polemica assenza di Francesco Storace, critico rispetto al trattamento riservato dall'organo del partito al documento «D-Destra», pubblicato ieri integralmente dal «Secolo d'Italia» ma presentato da un editoriale del direttore Flavia Perina che lascia al lettore stabilire se vi sia stata o no censura rispetto alla versione con tagli mandata in pagina qualche giorno fa. «Meglio stare in ufficio a lavorare» dichiara l'ex ministro della Salute. La «defezione», annunciata con un comunicato, non coglie di sopresa i componenti dell'esecutivo. Aldilà delle assicurazione di chi vi ha partecipato che «della questione non si è affatto parlato», Fini avrebbe anticipato l'intenzione di parlare direttamente con Storace. Ma il tema viene esaurito abbastanza rapidamente. Avvio alle 12.30, e in meno di due ore c'è il tempo per gli interventi di Silvano Moffa, Antonio Mazzocchi, Mario Landolfi, Riccardo Pedrizzi, Vincenzo Nespoli, Mirko Tremaglia, oltrechè di Gianfranco Fini che indica le date per l'Assemblea nazionale, nella capitale, il 30 settembre e il 1° ottobre, nonchè tre «forum dedicati» il 15, 19 e 22 settembre: il primo aperto a intellettuali e professori universitari, il secondo alle categorie professionali, il terzo al mondo del volontariato. Nasce anche un gruppo di lavoro chiamato a coordinare, con Alfredo Mantovano, un documento preliminare per il «Codice di comportamento» prefigurato il 18 luglio, ed un altro, sotto la supervisione di Silvano Moffa, chiamato a occuparsi della «forma-partito». Fini, prima di «immergersi» nel convegno organizzato da Daniela Santanchè con le donne del partito, dove ha illustrato il versante «rosa» della svolta del partito, ha sottolineato l'esigenza di prepararsi alla campagna d'autunno in modo compatto: «Bisogna lavorare perché il partito rimanga unito, e lo sia nella sostanza, non nella forma». È, forse, l'unica, velata, allusione alla «spina» rappresentata dalle prese di posizione dell'ex governatore del Lazio. Dopo, davanti ai giornalisti, si limiterà prima ad un «no comment» e poi alla difesa delle scelte di Flavia Perina, pur sottolineando di avere «rispetto per le opinioni di Storace».