Fontana (FI)
«Dobbiamo essere tutti responsabili - tuonano nella maggioranza - altrimenti i mezzi dei nostri soldati potrebbero rimanere a secco». Ma, almeno per il momento, i blindati con la bandiera tricolore non rischiano comunque il pieno perché un decreto legge di una decina di giorni fa «blinda», per sessanta giorni, il finanziamento. Lo spiega Gregorio Fontana, deputato di Forza Italia, e componente della Commissione Difesa. Onorevole Fontana, i nostri soldati in Afghanistan rischiano di rimanere senza benzina? «No, almeno per il momento no. Prodi ha fatto un decreto legge non più di dieci giorni fa. Questo escamotage garantirà i fondi alla missione, anche se giovedì il governo non dovesse riuscire a fare approvare il disegno di legge. Al di là delle conseguenze politiche, che sarebbero comunque enormi, i nostri militari avrebbero la copertura finanziaria assicurata. E, nel caso, sempre tralasciando le forti conseguenze politiche, si potrebbe pensare a una legge di conversione del decreto». Come faceva di solito il precedente governo? «Sì, quando si ricorreva a decreti legge, durante la scorsa legislatura, si procedeva poi alla conversione. Il governo Prodi ha seguito un diverso iter parlamentare, per avere una manovrabilità più ampia e qualche giorno in più». Sembra che il problema del rifinanziamento stia più a cuore a voi dell'opposizione che alla maggioranza. «Sono stato tutta la precedente legislatuta in Commissione Difesa, conosco la situazione. Sono rimasto stupito nel sentire il ministro della Difesa Parisi definire i militari "operai di pace". È un sistema per tenersi vicina la sinistra più estrema. I militari sono un'altra cosa, non sono operai. Già trovavo discutibile la definizione "operatori di pace"». Lei che definizione darebbe? «Direi militari e aggiungerei l'aggettivo "professionisti", questo sono i nostri soldati che contribuiscono a tenere alto il senso di Patria. Fare il militare non è solo una scelta occupazionale». Come ritiene che andrà la votazione di giovedì? «È uno scenario al buio. L'irrazionalità della sinistra è estrema, specialmente se si parla di politica estera».