Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Marini sull'Afghanistan: «Meglio il dialogo» La sinistra contraria: no al confronto con il Polo

default_image

  • a
  • a
  • a

Se il presidente del Senato Franco Marini invita il governo al dialogo e ad evitare la fiducia, invito al quale il presidente del Consiglio Romano Prodi ha replicato con un «no comment», i partiti dell'area radicale della coalizione insistono nel chiedere una blindatura della maggioranza. La fiducia non è solo la strada più facile per rimettere in riga i 9 senatori dissidenti, ma anche il modo di tranquillizzare gli alleati della sinistra radicale che seguono con una certa inquietudine le voci su possibili maggioranze alternative a quella che ora sostiene il governo. I contatti che nel week end il ministro per i Rapporti con il Parlamento Vannino Chiti ha tenuto con i segretari e i capigruppo dei partiti della maggioranza dovrebbero mirare proprio agli ultimi chiarimenti prima delle decisione definitiva. Ieri mattina, con un'intervista al Corriere della Sera, il presidente del Senato ha invitato il governo a «non arroccarsi» perché il voto di fiducia «a lungo termine indebolisce la dialettica democratica ed esaspera la conflittualità parlamentare». A Marini ha replicato il capogruppo dei senatori del Prc Giovanni Russo Spena: «L'unica condizione che consentirebbe di evitare la fiducia sarebbe il rientro delle dissidenze tra i senatori dell'Unione. Altrimenti il ricorso alla fiducia, che abbiamo ragione di ritenere con assoluta certezza non comporti alcun rischio per il governo, resta opportuno e necessario». Per Marco Rizzo, che ricorda come il Pdci abbia auspicato una «netta inversione di rotta che non c'è stata» del governo sull'Afghanistan, «Prodi non fa male a mettere la fiducia» perché così almeno «si tutela da possibili cambiamenti della maggioranza che finirebbero per creare ancora più confusione e per annacquare la differenza tra centrodestra e centrosinistra. Purtroppo la fiducia è il male minore». Angelo Bonelli, capogruppo dei Verdi alla Camera, sostiene che il governo Prodi va salvaguardato anche con la fiducia, ma rimanda, per la decisione sullo strumento da adottare, allo stesso presidente del Consiglio. Il centrodestra, invece, si schiera compatto contro la fiducia e torna ad accusare il governo di non poter contare su una maggioranza. «Porre la fiducia al Senato sarebbe, come ricorda giustamente lo stesso Franco Marini, una decisione sbagliata oltre che inutile», dice Sandro Bondi, coordinatore di Forza Italia. Maurizio Gasparri (An) critica Marini sostenendo che «non può proporre dialogo solo quando è in difficoltà». Mentre il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa dichiara «apprezzamento» per l'intervento perché «mette a nudo l'incapacità di Prodi a governare la sua maggioranza».

Dai blog