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Destra sociale rilancia il partito «Non siamo subalterni a nessuno»

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Gianni Alemanno chiude così la seconda giornata a Orvieto della manifestazione della Destra Sociale, alla quale, per la prima volta non ha partecipato Francesco Storace. Ma è parlando con i giornalisti che l'ex ministro della politiche agricole rilancia il ruolo di Alleanza Nazionale all'interno della Cdl. «Il nostro partito — spiega — deve diventare il partito motore, il partito centrale, non nel senso di centrista, ma nel senso di avanguardia, capace di portare avanti la Cdl. Noi vogliamo che Alleanza nazionale non sia subalterna a nessuno, ma sia capace di aprire una fase nuova per tutto il centrodestra». Sulla leadership di Gianfranco Fini, Alemanno non ha dubbi: «Fini è il nostro leader, la sua leadership non è in discussione, anzi si sta rilanciando adesso in questo nuovo progetto, è una leadership confermata in congressi, in molteplici occasioni, quindi è una leadership che può guidare An anche in questa fase nuova». Nonostante sia convinto di questo, Alemanno è tuttavia d'accordo con Altero Matteoli, secondo il quale An potrebbe sopravvivere a Fini. «Matteoli ha ragione An deve esistere a prescindere dagli uomini. C'è il progetto, ci sono le idee, c'è la struttura organizzativa, c'è una grande comunità politica che è in grado di andare oltre anche agli uomini, a quelle che possono essere le leadership che di volta in volta vengono espresse». Quanto alla battuta con cui a Orvieto aveva concluso il suo discorso — «non dobbiamo avere un partito di yesmen» — e che ha sollevato quale dissenso, Alemanno replica: «Siamo un ambiente che crede molto alla partecipazione, che ascolta tutte le campane, quindi era giusto dare voce anche a chi esprime posizioni di dissenso. Da questo però non desumo che la base nella sua maggioranza sia in una posizione diversa, più che altro prevale una situazione di attesa». «La gente più che un documento, uno scritto — osserva — si attende un cambio di marcia nel comportamento politico quotidiano. Quello che sappiamo fare lo misureremo realmente soprattutto nel momento di grande opposizione che dovremo costruire nell'autunno prossimo, che è l'autunno della Finanziaria. Una Finanziaria da 35 miliardi di euro che Padoa Schioppa ha detto verrà fatta sulla spesa sociale. Quello è il momento in cui ci misureremo e misureremo la nuova Alleanza nazionale». E sulla manovra economica Alemanno, dal palco, ha bacchettato l'Associazione degli industriali: «Oggi c'è un fatto nuovo da contestare a Confindustria: nel momento in cui il governo pone sotto attacco il ceto medio imprenditoriale, l'Associazione degli industriali lo abbandona. È un fatto molto grave, e se ne renderanno conto quando, con la prossima finanziaria, cambierà la musica». Poi ha lanciato un appello «ai vertici confindustriali affinché si sforzino di comprendere le ragioni della protesta del ceto medio. Una protesta — ha spiegato — che non deve essere vista come espressione di lobbies della conservazione ma come la richiesta di categorie che vogliono anch'esse fare le riforme ma dopo essere state consultate». Infine la legge elettorale: «Mi auguro venga soppressa perché si possa avere la possibilità di scegliere per chi votare, a chi dare la preferenza. È stato lacerante andare a comporre le liste, mettere o meno dei nomi. È stato brutto specialmente per i "borderline"».

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