Prodi prepara già la prossima crisi
Domani inizia per il governo una settimana delicata, probabilmente la più delicata da quando Romano Prodi e i suoi sono stati chiamati a guidare il Paese. Mercoledì (molto più probabilmente giovedì) il Senato dovrà votare il disegno di legge che rifinanzia le missioni italiane all'estero e i numeri in campo non fanno sperare nulla di buono (anche se i senatori a vita saranno tutti presenti). Se Berlusconi conferma che la Cdl voterà compatta per il rifinanziamento, gli otto senatori dissidenti di Prc, Pdci e Verdi sembrano invece intenzionati a proseguire lungo la propria strada e a votare contro. Un'ipotesi che segnerebbe nei fatti la caduta del governo. Proprio per questo l'esecutivo è già corso ai ripari riservandosi la possibilità di porre la fiducia sul disegno. Possibilità che, ora come ora, sembra l'unica strada per superare l'ostacolo (ieri sia il capogruppo di Rifondazione alla Camera Russo Spena che il comunista italiano Marco Rizzo l'hanno definita una «necessità»). Così, nelle ultime ore, il clima si è leggermente rasserenato. Certo, il governo ha intenzione di provarle tutte per evitare il ricorso alla fiducia, ma il «piano B» è già pronto. Anche perché l'alternativa è secca: se si arriva al muro contro muro su Kabul il governo rischia di cadere, se in gioco c'è la sopravvivenza dell'esecutivo la maggioranza si compatta. Anche se, dalla Rosa nel Pugno, arrivano appelli affinché Prodi eviti di porre la fiducia. Poco male, la formazione radical-socialista non ha senatori e quindi è molto probabile che gli appelli cadano nel vuoto. Quello che sicuramente non cadrà nel vuoto, invece, è l'avvertimento lanciato ieri dal ministro della Solidarietà Sociale Paolo Ferrero. Un avvertimento che ha una doppia valenza visto che è stato lanciato da un esponente del governo e di Rifondazione Comunista. Insomma le sue parole descrivono in maniera abbastanza precisa come potrebbe finire la questione Afghanistan e cosa deve aspettarsi Prodi da qui a dicembre. «Sull'Afghanistan - ha detto Ferreo in un colloquio con Il Riformista - il governo reggerà la prova del voto, i problemi veri li vedo sulla Finanziaria e stanno nel fatto che o prima, durante e dopo la scrittura della legge Finanziaria si riprodurrà una vera, sincera e profonda discussione non solo politica ma sociale, nel Paese, sui suoi contenuti. Allora sì che sarà difficile reggere l'urto delle domande che il popolo, il nostro popolo, pone al governo». Ferrero sembra confermare quindi, la lettura che da alcune settimane il centrodestra dà della situazione del governo. Anche per questo, forse, Berlusconi ha deciso di votare convintamente il rifinanziamento delle missioni militari (anche se il coordinatore azzurro Sandro Bondi ieri ha detto che se il governo porrà la fiducia la Cdl potrebbe votare no). Il Cavaliere sa che il vero scoglio per Prodi non è la politica estera, ma quella economica. E si prepara per la battaglia di dicembre.