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Fiducia scontata per la manovra-bis

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La necessità di porre la fiducia - ha spiegato il sottosegretario allo Sviluppo Economico Paolo Giaretta (Margherita) - «c'è, non fosse altro che per un problema di tempi» che sono decisamente stretti considerando sia l'avvicinarsi della pausa estiva sia il fatto che, nella prossima settimana, i voti di fiducia dovrebbero essere due (rifinanziamento delle missioni italiane all'estero e appunto il decreto Bersani-Visco). Un punto comunque resta fermo: la manovra che sarà approvata è quella uscita dalla Commissione Bilancio del Senato così come chiedeva anche il presidente della Commissione, il diessino Enrico Morando. Ed eventuali modifiche, a cui il Governo ha detto più volte di essere disponibile, potranno trovar posto solo nella prossima Finanziaria. «Se sarà posta la fiducia - ha spiegato Giaretta - non c'è dubbio che sarà sul testo della Commissione. Mi sento di assumere l'impegno che ci atterremo strettamente a quel testo salvo piccoli interventi tecnici, tipo il testo della norma sulla riserva per le Regioni a statuto speciale. Ma nulla di più». Ma non c'è il rischio che la maggioranza alla Camera voglia «dire» la sua e modificare? «No - ha replicato - perché le modifiche fatte sono state prima concordate nel corso di riunioni con i colleghi di Montecitorio e sono state recepite le loro richieste». E tra le misure modificate Giaretta ha spiegato che è stato limitato ad una sola volta il potere di assumere misure cautelari (sanzione amministrativa pari al 3% del fatturato) dell'Antitrust a carico di aziende che mettano in atto comportamenti lesivi della concorrenza. Insomma il testo è ormai «chiuso» e definitivo ed è inoltre - secondo Giaretta - già stato «migliorato» dal Senato. Di «modifiche marginali e comunque accettabili» ga parlato anche il viceministro Vincenzo Visco che, in un'intervista a l'Unità, ha spiegato come sia stata preferita questa strada (della lotta all'evasione) che frutterà circa 6 miliardi, piuttosto che l'aumento di 1 punto di Iva, caldeggiato da Confindustria, che era una cosa da «ultima spiaggia» e dava comunque un gettito inferiore (4,3 miliardi). L'ipotesi di blindatura via fiducia è stata fortemente criticata dall'opposizione. Secondo Maurizio Sacconi (Fi) «come al solito si sente puzza di fiducia. Si tratterebbe in questo caso di un atto di gravità inaudita perché impedirebbe l'esame da parte dell'Aula di un corposo articolato che restringe pesantemente gli spazi di libertà, garanzia e riservatezza delle persone fisiche come di quelle giuridiche». Tra i commenti arrivati anche quello di Confedilizia che ha promosso la parte relativa alle ristrutturazioni edilizie (Iva al 10%, detraibilità fino al 41% della spesa e fino a un massimo di 48.000 euro), ma ha bocciato la parte fiscale che avrà ricadute sugli affitti «perché aggrava le locazioni effettuate da società immobiliari di una nuova tassa dell'1% a carico, per la metà, degli inquilini». Dalla Cgia di Mestre avvertono invece che grazie alla maggior concorrenza che sarà scatenata dal decreto Bersani panifici e bar avranno una perdita secca di fatturato di circa 7.000 euro.

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