Il sottosegretario Naccarato
Ma sembra che il Governo sia orientato a usare quest'«arma» al Senato sia sul «ddl Afghanistan», sia sul decreto Bersani. La decisione sarà annunciata in Aula prima del voto dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Vannino Chiti. Ne parliamo con uno dei suoi sottosegretari, Paolo Naccarato, stretto collaboratore del senatore a vita Francesco Cossiga. Lei che cosa prevede accadrà? «Non ho la sfera di cristallo. Da qui a mercoledì ci possono essere evoluzioni che possono consigliare un atteggiamento oppure un altro». Pare che lo strumento della fiducia sarà usato anche per il decreto sulla Competitività... «Per quanto riguarda il decreto Bersani, dipende molto dai tempi. C'è un problema di calendario per programmare i lavori. Altrimenti il decreto decade. L'uso della fiducia non è legato alla minaccia di un'opposizione dura da parte della Cdl ma dipende dall'andamento dei lavori al Senato». E sull'Afghanistan? «La penso esattamente come Chiti. La maggioranza a Palazzo Madama è risicata ma coesa. E in questo passaggio si registrerà un'adeguata coesione». Chiti parla di «autosufficienza della maggioranza». Ciò esclude automaticamente il ricorso alla fiducia? «Deve decidere il premier, deciderà Prodi». Da destra vi accusano di usare questo strumento per paura di non farcela altrimenti. Per timore che la maggioranza non regga alla prova del voto. Questo a fronte del fatto che la sinistra accusava il governo Berlusconi di un ricorso massiccio alla fiducia. Che ne pensa? «Berlusconi alla Camera aveva la maggioranza di quasi cento deputati e al Senato di alcune decine. Eppure, se non vado errato, è ricorso almeno 45-46 volte alla fiducia. Inoltre, al di là della tempistica di cui parlavo prima, se l'opposizione presenta emendamenti a valanga, se iscrive tutti i suoi esponenti a parlare, se insomma fa ostruzionismo è del tutto legittimo, ma il governo si trova costretto a porre la fiducia. E questo è altrettanto legittimo». D'accordo. Ma politicamente può essere interpretato come un segnale di debolezza... «Non direi che un governo è più o meno debole in quanto usa più o meno la fiducia. Comunque non è giusto far pagare alla maggioranza il prezzo di un'immagine esterna negativa. C'è un'enorme domanda di governabilità e bisogna dare a questa domanda una risposta serena ma ferma». Però se l'esecutivo usa questo strumento ora, sulla Finanziaria in autunno che farà? «La Finanziaria ha sempre rappresentato un percorso complesso». Crede che il governo Prodi durerà cinque anni? «A Prodi non ci sono alternative».