Fini: «Il Professore ormai ha il fiato corto»

«Non credo che gli elettori del centrosinistra siano soddisfatti — ha commentato — e penso che, se tornassimo a votare domani, anche se non accadrà, tanti tra gli elettori del centrosinistra non lo rivoterebbero». Secondo Fini inoltre, al Senato «senza senatori a vita la maggioranza non c'è ma non si può votare tutta la legislatura, contando su di loro né mettendo il voto di fiducia. Il dissenso non è più rappresentato solo da Rifondazione ma c'è anche Di Pietro... Per questo voglio vedere come faranno la Finanziaria, quando ci sarà bisogno di scegliere tra chi appoggia la lotta di classe e chi vuole le liberalizzazioni. Porre la fiducia — ha aggiunto — è un ricatto, ma questo schema salvo imprevisti, non può durare per sempre. Perché si può mettere insieme una maggioranza numerica, una maggioranza che unisce diavolo e acqua santa, ma una maggioranza numerica non è politica». «Credo che i più avveduti del centrosinistra - per intenderci quelli che hanno il pallottoliere - sappiano che al Senato la maggioranza non c'è e, quindi, hanno un bisogno disperato di trovare forme per proseguire l'esperienza di governo», ha continuato Gianfranco Fini a margine di un'iniziativa di Azione Giovani a Poveromo. «Il centrodestra — ha commentato Fini — ha il dovere di fare un'azione di opposizione ogni qualvolta il governo presenta provvedimenti che non condivide. Proprio alla Camera abbiamo dimostrato che, votando a favore del decreto che rifinanzia le missioni umanitarie di essere capaci di distinguere ciò che è utile per l'interesse nazionale da ciò che consideriamo sbagliato, come il decreto Bersani». Fini ha ricordato come fosse «opportuno» il richiamo del Capo dello Stato quando ha detto che «è evidente che, se la maggioranza non è autosufficiente nella politica internazionale — ha ricordato Fini — si crea un enorme problema politico. Nessun governo al mondo è credibile nel momento in cui non ha maggioranza nella politica internazionale». I nostri servizi di sicurezza «hanno svolto un ruolo importantissimo e lo dico a ragion veduta: il semplice fatto che l'Italia, pur impegnata in Iraq, in Afghanistan e in prima linea contro il terrorismo non sia mai stata vittima diretta di attentati è la dimostrazione della capacità dei nostri servizi di intelligence», ha continuato Gianfranco Fini a margine dell'assemblea. Secondo il presidente di An «è vero che da tempo si parla di migliorarne le condizioni ma credo che, prima di pensare alla riforma dei servizi di sicurezza, occorra essere consapevoli di avere un'ottima intelligence». Nella giornata di ieri, inoltre, Fini ha fatto riferimento anche alla richiesta di Kofi Annan: «Che si apra — ha detto — un canale umanitario in Libano deve essere considerata da tutti. Ma se ne devono creare le condizioni che lo rendano possibile», così come è auspicabile che «la mediazione dell'Onu, anche se credo che ci siano ancora problemi da questo punto di vista». Lo ha detto il presidente di An Gianfranco Fini parlando a margine di una iniziativa di Azione Giovani in corso a Poveromo (Massa Carrara). Secondo Fini «si devono creare le condizioni per l'apertura di un canale umanitario. Ma se continuano le aggressioni da parte degli Hezbollah ai villaggi israeliani e la legittima reazione israeliana, la situazione continua a essere difficile», così come, secondo Fini, può essere difficile una mediazione: «Una mediazione deve vedere le parti disponibili e credo che da questo punto di vista ci siano ancora problemi perché, recentemente Kofi Annan, pur deplorando l'attacco terroristico a Israele ha messo in evidenza come anche a suo modo di vedere la reazione sia sproporzionata. Questa posizione — ha concluso Fini — non è un atteggiamento che trova riscontro positivo nelle autorità israeliane».