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Difesa, Parisi trova 400 milioni

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Così, rispetto a quanto pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 4 luglio scorso, dove venivano illustrate tutte le previsioni di bilancio del governo Prodi per i prossimi tre anni, ecco la controffensiva del ministro della Difesa. Una precisione dovuta perché dopo anni di tagli le nostre truppe rischiavano di finire in cassa integrazione. Così in una nota il ministero della Difesa fa presente che, a fronte dei tagli indicati nell'art. 25 del DL n. 223 del 2006, il Governo ha previsto uno stanziamento di 400 milioni di euro per la Difesa, come riportato nel ddl sull'assestamento (a.C. 1254) per lo stesso anno 2006. Va altresì sottolineata la grande attenzione posta dall'attuale Governo al problema delle risorse per la Difesa, come testimonia la recente istituzione di un tavolo tecnico permanente Difesa-Economia, fortemente voluto dai Ministri Parisi e Padoa Schioppa. L'obiettivo di tale tavolo tecnico è di individuare misure da proporre per sostenere il bilancio della Difesa nel prossimo esercizio finanziario o nei successivi, reintegrando i rilevantissimi tagli strutturali ad essi apportati dal 2004 in poi dalla precedente compagine governativa. Già nel corso della seduta al Senato del 18 luglio scorso della IV Commissione Difesa era emerso che con il Governo Berlusconi le risorse disponibili avevano raggiunto il livello più basso mai assegnato alla funzione Difesa nella storia della Repubblica. Infatti, negli esercizi finanziari della scorsa legislatura, c'è stato una andamento decrescente del Pil per la funzione Difesa che è passato dall'1,079 per cento nel 2002 all' 1,061 nel 2003, all'1,048 nel 2004 fino a poco più dello 0,99 nel 2005 per scendere ulteriormente allo 0,84 nel 2006. «Queste le scelte dei governi di centrodestra - precisa il ministero - che hanno portato per la prima volta nella storia della Repubblica sotto l'1 per cento. Con questo Dpef, nel quadro di finanza pubblica tendenziale per gli anni 2007-2011, viene quantificata la spesa, per consumi intermedi in generale, nell'ordine dell'1 per cento del Pil, e si prevede che gli acquisti di beni e servizi scontino i contratti di fornitura (aggiuntivi al programma Eurofighter), già stipulati dalla Difesa e derivanti anche da accordi internazionali, per un impatto medio annuo superiore allo 0,1% del Pil. Per la prima volta si stabilisce cioè una soglia sotto la quale non è possibile scendere e si legano queste spese in maniera fissa, e quindi obbligatoria, al Pil. Si tratta certamente di un concreto passo avanti per garantire alla Difesa adeguate risorse finanziarie tutelate rispetto alla logica congiunturale dei risparmi di bilancio che ha guidato l'azione di governo del centrodestra nella scorsa legislatura».

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