di SIMONA CAPORILLI AVVOCATI e ingegneri in piazza per protestare contro il Decreto Bersani.
La manifestazione si è svolta per raggiungere principalmente due obiettivi. Innanzitutto si va contro la liberalizzazione delle professioni, che porta con sé l'abolizione della tariffa minima — quindi maggiore concorrenza — e, per quanto riguarda il caso-avvocati — la possibilità di fare pubblicità alla propria professione. In questa maniera — dicono in coro gli avvocati — verrebbero avvantaggiati solamente gli studi legali più grandi con il conseguente appiattimento degli avvocati «minori». La decisione, comunque, è continuare la protesta fino al 25 luglio: «Il governo non ha trovato il tempo per riceverci e neppure è arrivato alcun segnale concreto per un confronto. Siamo costretti a proseguire nella nostra azione», ha spiegato il presidente dell'Organismo unitario dell'Avvocatura Michelina Grillo. Dal foro della provincia di Caserta sono sbarcati nel centro della città quattro autobus. Gli avvocati Massimo Amato e Raffaele Criffo, con una voce unica, hanno spiegato le ragioni di «una manifestazione spontanea di piazza» e al contrario i principi contrari alla pubblicità degli studi legali: «Non possiamo essere equiparati all'America — hanno commentato — perché abbiamo un sistema completamente diverso da quello degli Stati Uniti. Far pubblicità agli studi legali sarebbe un po' come svendere sul grande mercato la professionalità di ciascuno. In poche parole — hanno continuato — non sarebbe deontologicamente corretto». Gli ingegneri, al contrario, ieri di assemblee aperte ne hanno fatte ben due. Nella tarda mattinata e nel primo pomeriggio all'interno del Teatro Capranica, nel cuore della Capitale. Alessandro Maria Calì è il presidente dell'ordine degli ingegneri di Palermo: «Al Capranica — ha spiegato — si è riunito il consiglio degli ordini provinciali di Italia per contestare il decreto Bersani. Per entrare nel merito, mettiamo in discussione l'articolo 2, con l'abolizione del minimo tariffario — ha continuato — accanto all'abrogazione del divieto di collegare la tariffa si risultati. L'effetto sarebbe dirompente all'interno della nostra professione». Foto GMT