Carlo Giovanardi (Udc)
Ad annunciarli davanti all'Aula quasi sempre lui, Carlo Giovanardi, oggi deputato dell'Udc ieri ministro per i Rapporti con il Parlamento. Per Giovanardi, quello è accaduto in questi primi due mesi di governo del centrosinistra è «semplicemente impressionante». Perché? «Assistiamo al combinato disposto di tre elementi». Quali? «Il primo è l'utilizzo dello strumento del decreto all'interno del quale viene inserito di tutto un po'». Ad esempio? «Ad esempio il decreto Bersani che contiene la rifoma delle professioni. Le posso assicurare, senza voler polemizzare con il presidente Napolitano, che durante la nostra esperienza governativa un decreto così non sarebbe mai stato ammesso dal presidente Ciampi». E poi? «Il secondo elemento è che questi decreti, avendo a disposizione 60 giorni per la conversione ed essendo il Parlamento ormai prossimo alla pausa estiva, il tempo a disposizione per esaminare i contenuti è pochissimo». Terzo? «Il terzo è il ricorso alla fiducia che di fatto paralizza il Parlamento impedendo a maggioranza e opposizione di emendare il testo». Risultato? «Il risultato è uno svuotamento dell'istituzione parlamentare e un inasprimento delle proteste delle categorie colpite che si vedono piovere addosso decreti blindati dalla fiducia». Solitamente, in questi casi, si dice che viene posta la fiducia per colpa dell'opposizione? «È falso. Guardi il decreto milleproroghe. Prodi disse che c'erano troppi emendamenti noi li abbiamo ritirati e loro hanno messo la fiducia. Questo governo non ha paura dell'opposizione, ha paura che i voti dell'opposizione diventino indispensabili». A proposito. Se Prodi metterà la fiducia sul decreto di rifinanziamento delle missioni militari che farete? «Voteremo contro». Ammetterà, però, che anche voi non avete certo lesinato il ricorso alla fiducia? «Noi siamo ricorsi alla fiducia in maniera fisiologica. Secondo una prassi che teneva conto dell'economia dei tempi parlamentari. Glielo dimostra il fatto che noi abbiamo posto la prima fiducia dopo 54 giorni di attività, il 3 agosto del 2001, sul provvedimento sulle grandi opere che aveva, ovviamente, un carattere di urgenza e doveva essere approvato prima della pausa estiva». E Prodi invece? «Questo governo non ha un programma comune. La fiducia è un modo per tenere unita la maggioranza, per riassorbire forme di dissenso. Ormai si tratta di un fenomeno importante. Questo Governo va avanti solo con la fiducia». N. I.