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NON SI chiama solo diritti televisivi il «business» del pallone.

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E il resto del Grande Affare per il quale in tanti si accapigliano? Insomma, le altre sacche del bottino che ha rischiato di mandare a monte l'intero sistema calcio? Si articola in svariate finche. Da una parte sponsor più merchandising, dall'altra Totocalcio, scommesse, ricavi di gara, perfino l'indotto determinato dalla pubblicazione di album e figurine. Ma vediamo nel dettaglio ciascuna delle altre porzioni del prelibato «Montblanc». I ricavi commerciali degli sponsor principali e tecnici, anche negli impianti degli stadi, ammontano a 460 milioni (dato riferito alla stagione 2005-2006). Le schedine del Totocalcio nella medesima stagione hanno fruttato 450 milioni. Le scommesse (nota in alcuni casi dolente, vedi la boccia di banana di Buffon) hanno fatto girare 330 milioni. Album e figurine — passione che coinvolge non solo i ragazzini ma collezionisti «con l'età» — hanno fatto uscire dai portafogli dei fans 43 milioni. In fondo alla lista dei ricavi la voce botteghino, ovvero gli euro derivanti dalla vendita di abbonamenti e di biglietti per le sole partite di serie A. Secondo la stima delle società, sono stati nell'infelice campionato appena concluso pari a 150 milioni. Ovvero, meno un decimo del «Montblanc» che avevamo metaforicamente messo in tavola. A conti fatti, insomma, i guadagni Cannavaro, Totti & C. li fanno fare fuori dagli stadi. Ma attenzione. Calciopoli potrebbe far guastare il delicatissimo Montblanc, potrebbe smontare la panna. E poiché a mangiare di meno sono appunto i club, ovvero il motore di tutto l'universo-pallone, il sistema potrebbe andare a picco con le star dei nostri stadi relegati nella serie cadetta, se non emigrati in altri team, come è già successo per il «divino» Cannavaro. L'anno scorso 13 società hanno chiuso il bilancio con un deficit. Che cosà accadrà entro la prossima estate?

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