Nelle commissioni si cerca il dialogo con la Cdl
«L'allargamento della maggioranza? A settembre ci porremo il tema e nei termini giusti, ora si tratta di compattare la maggioranza», spiega il capigruppo di Rifondazione Giovanni Russo Spena al termine della riunione dei capigruppo che si è tenuta a Montecitorio. La riunione nella sala Aldo Moro aveva in agenda le presidenze delle commissioni bicamerali ma, quando i capigruppo alla Camera se ne sono andati, si è trasformata in un mini-vertice sulla «trincea» di Palazzo Madama anche in vista del ddl sull'Afghanistan e di quello che il presidente dei senatori dell'Unione Anna Finocchiaro ha definito «il valore esponenziale» del dissenso vista la maggioranza risicata. E allora, per arginare il dissenso anche fisiologico, bisogna far ripartire il dialogo nelle commissioni «perchè - spiega Russo Spena - ormai l'aula è un campo di battaglia mentre in commissione si può avere un confronto più chiaro». Per questo, tra le proposte vagliate, i capigruppo stanno pensando di proporre al presidente del Senato Franco Marini di concentrare i lavori d'aula per dare più tempo alle commissioni. E nella riunione si è pensato di cominciare in particolare da due commissioni, quelle dove la maggioranza è più in bilico: la commissione Difesa e la Esteri. Non è andato giù, in particolare al Prc, il fatto che mercoledì il presidente della commissione Difesa Sergio De Gregorio ha votato con la Cdl il parere sul Dpef. «De Gregorio è un problema serio e quindi bisogna affrontare come far passare i provvedimenti del governo in commissione Difesa», dice senza mezzi termini il capogruppo di Rifondazione che spiega che «anche nella commissione Finanze andiamo in pareggio». L'Unione studia come resistere. Ma intanto brinda ad un risultato: la mozione sulle staminali, votata tanto da Rifondazione quando dalla Margherita. «È stata una grande prova di compattezza», commenta il vicepresidente dei senatori Luigi Zanda; mentre Anna Finocchiaro, che pochi giorni fa aveva lanciato il grido d'allarme, sospira: «Finora al Senato l'Unione ha funzionato come un orologio». La speranza è che vada così anche su Afghanistan e Dpef. Intanto il centrodestra continua a criticare la fragilità della maggioranza. «Altro che maggioranza coesa, come sostiene il ministro Chiti! Al Senato e non solo assistiamo ad un continuo sfilacciamento dell'Unione, ormai entrata in apnea e Prodi utilizza l'arma della fiducia per sopravvivere - afferma - il presidente dei senatori di An Altero Matteoli - L'ultima prova di oggi - spiega Matteoli - arriva dal senatore Villone dei Ds che comunica il suo voto contrario sull'Afghanistan, la penultima è la resistenza degli altri dissidenti della sinistra radicale che non demordono sull'intenzione di votare contro le missioni di pace, la terzultima, e non meno importante, è la richiesta avanzata da Rifondazione della presidenza della commissione Antimafia, che divide ancor più la coalizione del sinistra-centro. Per non dire delle minacce di Di Pietro sull'indulto. E Prodi assiste in silenzio, salvo avallare domani in Consiglio dei ministri l'autorizzazione a porre altre due fiducie sul decreto Bersani-Visco e sulle missioni internazionali. Ormai - osserva - siamo di fronte ad un governo che punterebbe anche un'arma alla tempia dei suoi parlamentari dissidenti per metterli in riga. Ma è evidente che così Prodi e compagni non andranno lontano perchè saranno l'opinione pubblica e l'opposizione - conclude - a mandarli a casa prima di quanto loro possano immaginare».