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«Ma la mia legge ha rispettato tutte le direttive»

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L'on. Maurizio Gasparri, dell'esecutivo politico di Alleanza Nazionale, interviene in questi termini nel dibattito sulla procedura di infrazione avviata dalla Commissione europea contro l'Italia per la legge 112 che porta il suo nome. «Sono certo che in questi due mesi di tempo, in cui il governo dovrà rispondere alla Commissione europea su presunte discriminazioni all'ingresso di nuovi potenziali soggetti nel mercato della tv digitale - sottolinea Gasparri in una nota - si avrà modo di dimostrare la correttezza delle operazioni. La legge cosiddetta Gasparri è stata scritta seguendo in maniera pedissequa le direttive europee, anche in materia di frequenze. Pertanto tutti gli acquisti avvenuti in base a questa legge, nonchè in base alle norme della legge 66 del 2001 con la quale il centrosinistra introdusse il cosiddetto trading delle frequenze, sono avvenuti nel rispetto della normativa». La Gasparri, ricorda l'ex ministro, «ha aperto il mercato a tre nuovi operatori quali D-free, il Gruppo Repubblica-Espresso che ha comprato Rete A e la società telefonica 3 che ha attivato una rete televisiva con tecnologia Dvbh. Il mercato è quindi cresciuto e continuerà a farlo finchè ci saranno imprenditori disposti ad investire risorse. Questo è l'unico e vero problema sul quale bisognerebbe fare di più. Tentando ad ogni costo espropri nei confronti di aziende già esistenti, invece, il mercato non va da nessuna parte ed il consumatore sarà sempre e solo penalizzato», conclude Gasparri.

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