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«La liberalizzazione voluta dal Governo è solo una truffa»

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Che tristezza. Costretti a vendere farmaci non seguendo le esigenze del malato, ma quelle commerciali di un ipermercato». Sono poche parole, quelle di Massimo Valle, un farmacista come tanti che ieri, durante la serrata nazionale delle farmacie private italiane, è sceso in piazza a Roma per protestare contro il decreto del ministro allo Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani. Una giornata «calda» con l'adesione quasi totale della categoria alla sospensione del servizio, le dichiarazioni e le risposte fra Federfarma, Bersani e l'Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori. Farmacie chiuse in quasi tutta Italia, il 93 per cento per Federfarma, salvo le comunali e quelle di turno. Camici bianchi con le croci da farmacista, cartelloni e volantini per le strade del centro a Roma. «Il decreto Bersani è un decreto truffa: l'obiettivo di far scendere i prezzi dei farmaci con la liberalizzazione, è un inganno. Non è la farmacia che stabilisce il prezzo, ma la casa farmaceutica», dice Giancarlo Pragliola, farmacista romano. «La concentrazione delle licenze potrebbe essere lo strumento adatto alle multinazionali e grandi cooperative per fare incetta di farmacie» dice Gigliola Brocchieri, farmacista capitolina. La protesta è arrivata anche in Campidoglio dove Fabio De Lillo, consigliere comunale di Fi e farmacista, ha presentato un ordine del giorno «in difesa della categoria e dei cittadini». Infine la Fenagifar, Federazione nazionale associazione giovani farmacisti, che negli ultimi cinque giorni ha già raccolto 150 mila firme per una petizione contro il decreto Bersani. «Venerdì 21 luglio terremo l'assemblea nazionale - dice Franco Caprino, segretario nazionale di Federfarma - Abbiamo invitato il ministro Bersani. Se non avremo segnali concreti di apertura, saremo costretti a programmare nuove, pesanti forme di protesta».

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