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di NICOLA IMBERTI «DICIAMO che il documento presentato da Fini è una buona premessa per iniziare una ...

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È soddisfatto Gianni Alemanno dopo l'esecutivo del partito che, martedì, ha dato il la a quella che ormai tutti chiamano, semplificando, la «nuova Fiuggi». Proprio lui che, alla vigilia della presentazione del documento di Fini, aveva parlato di un partito da rifondare, oggi applaude alla strada intrapresa dal leader di An. Onorevole, finalmente ci siamo? «Mi sembra che la premessa tracciata da Fini sia estremamente buona. Si tratta di un documento che lancia una via di profonda trasformazione di An fondata su due elementi». Quali? «Da un lato non vengono stravolti quelli che sono gli elementi fondanti dell'identità del partito, dall'altro lato questi elementi vengono presentati con un linguaggio moderno e su temi nuovi che si rivolgono a tutti gli elettori del centrodestra. Si prefigura la nascita di un nuovo partito senza omologarsi a modelli che non ci appartengono». Proprio dal punto di vista dell'identità, però, nel documento c'è un'apertura sulle unioni di fatto che è piaciuta anche all'Arcigay. An si apre ai Pacs e lei non dice niente? «No, il documento non apre affatto ai Pacs. Piuttosto, conferma la centralità del matrimonio come unione tra uomo e donna, e come alternativa ai Pacs riconosce i diritti individuali di chi fa parte di altre forme di convivenza. Una strada che viene accettata anche dalle gerarchie della Chiesa». Insomma, An non rinuncia ad interloquire con il mondo cattolico, ma si apre anche al mondo laico? «Ci sono, all'interno del documento, molti temi cari al mondo cattolico come, ad esempio una forte rimarcatura del ruolo della famiglia, la difesa della vita, il tema dell'inclusività sociale, della sussidiarietà e del passaggio dal Welfare State alla Welfare Community». Ma Alleanza Nazionale guarda anche oltre? «Se il cuore della questione è il rispetto dei diritti della persona intesa non come un semplice fattore economico, c'è una grande possibilità di dialogo tra laici e cattolici. Il tema di una nuova laicità proposto dal cardinal Scola è un terreno fecondo, una grande sfida in positivo». Dovesse tracciare l'identikit dell'elettore a cui si rivolge la «nuova» Alleanza Nazionale cosa direbbe? «Direi che An oggi si rivolge ad un grande blocco sociale formato dai produttori di reddito che si riconoscono nei valori dell'identità nazionale. Questo blocco sociale propone la valorizzazione del lavoro in tutte le sue forme contro le rendite e le lobby». Messa così sembra quasi che abbiate lanciato un'opa su tutto l'elettorato di centrodestra? «An vuole essere protagonista di una nuova stagione del centrodestra. Noi abbiamo lanciato una proposta di contenuto a tutto l'elettorato del centrodestra. Non come competizione nei confronti dei nostri alleati, ma come possibilità di costruire qualcosa di nuovo». La prospettiva del partito unico, però, sembra ormai completamente tramontata? «Il documento non chiude all'ipotesi del partito unico. Semplicemente dice che non può essere questo il punto di partenza. Non si può partire dal partito unico e archiviare tutto il resto». Sembra quasi un ritorno al passato. Anche nel 1996, dopo la sconfitta, la Cdl si riorganizzò tornando a proporre contenuti diversi da quelli del governo. «La situazione mi sembra profondamente diversa oggi. Nel 1996 la Casa delle Libertà era nel pieno delle sue forze. Oggi, invece, c'è molto da ricostruire e da inventare. Il tema è lo stesso: come reagire ad una sconfitta. Ma la risposta deve essere diversa. Sono passati 10 anni». Pensa che la battaglia sulle liberalizzazioni possa essere un banco di prova per questa nuova fase del centrodestra? «Noi abbiamo detto che qualsiasi passo intrapreso sulla strada delle liberalizzazioni è positivo. Qui, però, il centrosinistra ha iniziato una vera e propria opera distruttiva di quelle categorie del ceto medio che non si sono schierate con loro. E per questo noi le abbiamo difese. Ma la vera battaglia credo che l'avremo sulla Finanziaria». In che senso? «La Finanziaria dovrebbe contenere, così ha annunciato il Dpef, tagli al

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