Udc
«Enrico Letta? Propone una soluzione - quella del "partito degli scontenti", che non credo abbia veramente in mente - commenta l'ex ministro centrista -, sarebbe al di sotto della sua dignità politica». Sarebbe, aggiunge, una prospettiva «opportunistica» accanto alla quale ce ne è una «limpida», la grande coalizione, evocata anche da Giulio Tremonti. Che - avverte - «non è ancora di attualità». «C'è un governo che governa. Immaginiamo che questo governo dimostri sull'Afghanistan di non avere la maggioranza in politica estera e sulla Finanziaria di non averla in politica economica, immaginiamo inoltre che le riforme economiche fondamentali per salvare il paese e toglierlo dalla sua condizione di marginalità in Europa non siano possibili, allora dovrebbe dare le dimissioni. A questo punto - sostiene Buttiglione - ci sarebbero due alternative: andare subito a elezioni oppure fare un governo di grande coalizione. So che i puristi del cosiddetto bipolarismo invocano nuove elezioni, mi permetto di ricordare che di elezioni anticipate è morta la Repubblica di Weimer. Anche in Italia qualcuno potrebbe pensare che sia pericoloso fare elezioni anticipate. Cosa penso io? Non demonizzo la grande coalizione». Il ricorso alle urne prima del tempo - afferma Buttiglione - comporterebbe il rischio di avere lo stesso risultato ottenuto ad aprile «o di poco diverso». Quali sarebbero invece i vantaggi di un governo dalle larghe intese? «Potrebbe adottare misure che effettivamente colpiscano interessi particolari a favore degli interessi generali. Potrebbe fare riforme istituzionali vere che consentano di avere un bipolarismo efficace che, diciamolo francamente, taglia le ali e fa in modo che le minoranze ideologizzate non siano decisive. Questo porrebbe il problema del sistema elettorale ma anche di patti fra le forze politiche». Sono dichiarazioni, quelle di Buttiglione, che non necessariamente rispecchiano la linea del partito cui appartiene. «L'Udc - sottolinea - è un partito che prende posizione quando di un argomento si parla negli organi di partito, e se ne discute quando è all'ordine del giorno. La grande coalizione non lo è. Questa è invece un'esercitazione per professori che fanno politica come Tremonti e me». Dell'allarme lanciato da Enrico Letta sulla tenuta della maggioranza e della necessità di allargarla a settori moderati dello schieramento opposto, Buttiglione dice: «Mi pare che Letta parta da un forte pessimismo sulla vita di questo governo. Ed è come se abbia invitato a fare una partitino artificiale che attragga scontenti dell'Udc di An di Forza Italia per fare una stampella. È una soluzione che non credo Letta abbia pensato veramente». E anche difficile da praticare, aggiunge: «Perchè l'opportunismo funzioni c'è bisogno che gli altri ti vedano forte ma questa coalizione la vedo malaticcia, non così forte da poter far salire altri sul carro dei vincitori. D'altro canto l'alternativa, è la grande coalizione che richiede però prima le dimissioni di Prodi e la formazione di un nuovo governo. Ma è un rimedio estremo, un pò come un'operazione chirurgica, nessuno la fa se non c'è veramente bisogno».