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Il progetto di Tremonti rilanciare la grande coalizione

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Non ci sta a farsi schiacciare da An e Udc. E visto che oramai l'asse Fini-Casini sembra più forte che mai, gli uomini di Berlusconi rilanciano la grande coalizione. Ci pensa Giulio Tremonti, vicepresidente di Forza Italia, ad aprire a un esecutivo sul modello di quello tedesco, con un asse tra i due principali partiti delle due coalizioni: fi e Ds. Un messaggio chiaro diretto soprattuto a Plazzo Chigi, dove il sottosegretario Enrico Letta appena due giorni fa aveva esplicitamente amesso che il governo non ha i numeri. E l'sms inviato all'Unione è telegrafico: se dovete trattare con qualcuno, lo dovete fare con noi, che siamo il principale partito di centrodestra. Ma che cosa ha detto Tremonti? «Il governo Prodi cadrà sulla finanziaria e, se non si tornerà a votare, Forza Italia e Democratici di Sinistra dovranno prepararsi a dar vita alla grande coalizione». Così l'ex ministro delle finanze Giulio Tremonti vede il futuro del Paese, e dice la sua anche sulla Casa delle Libertà e sulla sua possibilità di riunirsi in una «federazione organica» ispirata al modello dell'«Ump francese». Tremonti che non vede assolutamente di buon occhio l'ipotesi del grande centro perchè «ha dei limiti essenziali» come quello di essere «permanente», propone in sostanza il modello tedesco anche per l'Italia. «La grande coalizione - ha sottolineato - è l'esatto opposto del grande centro. Non è permanente, ma temporanea. Non presuppone lo scioglimento dei partiti, ma piuttosto la loro combinazione a tempo, mirata ad obiettivi fondamentali nell'interesse del Paese. L'esperimento è già in funzione in Germania. Sulla base di una separazione4 della sinistra di governo dalla sinistra radicale». Anche se «su questo punto - ammette Tremonti - sono evidenti le maggiori difficoltà italiane». «È il modello giusto per la Germania - dichiara il vice presidente di Forza Italia dopo aver ampiamente illustrato tutti i "vantaggi" della sua proposta - potrebbe anche esserlo per il nostro Paese». Per quanto riguarda l'eventuale leadership di questa ipotetica «Grosse Koalition» in stile italiano, Tremonti non intende sbilanciarsi e non fa alcun nome limitandosi solamente a sostenere che se si dovesse arrivare alle «larghe intese» stavolta dovrebbero essere comunque «davvero molto larghe». Altre vie d'uscita al momento non se ne vedono. Ad eccezione delle prossime elezioni «forse poi non così lontane» per le quali la Casa delle libertà dovrebbe iniziare ad organizzarsi con il preciso e unico scopo di «vincerle». Tremonti però continua a insistere e all'ipotesi che Berlusconi e Forza Italia fossero comunque pronti per la futura grande coalizione fa sapere che « La possibilità di creare un governo dalle larghe intese di sicuro non è esterna al nostro senso di responsabilità. Non è un caso d'altronde se il primo a farne parola è stato proprio Silvio Berlusconi». Nell'attesa comunque, l'ex ministro delle finanze fa un analisi della situazione attuale e dichiara che se il centrosinistra dovesse «accelerare la costruzione del partito democratico», il centrodestra «simmetricamente» dovrebbe subito accelelerare la sua «integrazione». Ma come? «Il processo - dichiara - potrebbe essere quello di una federazione organica modellata come ad esempio l'Ump francese».

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