Il braccio di ferro con il governo
la protesta è contro il decreto Bersani sulla liberalizzazione della vendita dei medicinali da banco nei supermercati. La Federfarma, l'associazione che riunisce circa 16.000 farmacie non ha riscontrato nessun passo avanti nella trattativa con il governo e conferma lo sciopero di oggi. Però gran parte delle farmacie comunali non aderiscono alla protesta. Il Governo, dice Federfarma, non ha voluto finora tenere in alcun conto il senso di responsabilità con il quale le farmacie hanno avviato il confronto sul decreto Bersani e hanno programmato una protesta civile, nel pieno rispetto delle regole. «Nessuna delle ragionevoli proposte di Federfarma è stata recepita dagli emendamenti presentati dal Governo in Commissione Bilancio. Eppure — afferma l'associazione — si tratta di proposte assolutamente in linea con gli obiettivi del provvedimento. Evidentemente, come dimostra la cronaca, il Governo ascolta solo chi strilla più forte». Il servizio — sottolinea Federfarma — sarà comunque assicurato da circa 1.500 farmacie private in servizio di turno obbligatorio. Un emendamento al Dl Bersani è stato presentato ieri al Senato e rafforza la figura del farmacista per l'assistenza del cittadino nei supermercati: i farmacisti dovranno essere presenti nelle aree per la vendita dei medicinali da banco. Nella precedente versione la norma parlava solo genericamente di «assistenza» del farmacista in quelle aree, ora viene introdotta appunto la «presenza» e l'assistenza diventa «personale e diretta al cliente». Nel frattempo il provvedimento sta percorrendo l'iter nelle commissioni parlamentari. Così ieri il decreto ha incassato il sì della commissione sanità del Senato (11 sì e 9 no). Nel documento sono state inserite anche alcune osservazioni come la revisione e aggiornamento da parte del ministero della Salute, per i farmaci da banco (Otc) e quelli senza obbligo prescrizione (Sop) entro tre mesi dall'approvazione della legge di conversione del decreto. Tra le altre osservazioni indicate dalla commissione: per la tutela del cittadino «si ritiene che nei punti vendita la presenza del farmacista debba essere obbligatoria e continuativa, così da valorizzare la sua professionalità»; si ritiene opportuno che le farmacie rurali godano della riduzione dell'Iva al 4% e che tali riduzioni si riflettano obbligatoriamente sul prezzo di vendita del farmaco; mentre per l'ereditarietà si chiede un periodo di tempo di tre anni, anzichè di uno, per poter acquisire la titolarità di una farmacia, infine viene suggerita la liberalizzazione della distribuzione di presidi sanitari e di piccolo materiale protesico che potrà essere venduto sia dalle farmacie che da tutti gli esercizi di materiale sanitario. Intanto i vertici di Federfarma si sono dati appuntamento per venerdì 21 luglio per un'assemblea nazionale straordinaria che dovrà valutare l'esito dei lavori parlamentari e, in assenza di concreti segnali positivi, decidere ulteriori e più pesanti iniziative di protesta.