La Cdl insorge: «Siete arbitri, non giocatori»

attacca Forza Italia. Per Osvaldo Napoli «le parole del presidente della Repubblica sulla sopravvivenza a sinistra di gruppi e componenti "anacronistiche" possono rientrare, con qualche sforzo, nella sfera del potere di esternazione del capo dello Stato. Sia pure con una punta di irritualità dal momento che le affermazioni di Napolitano riferite nell'intervista alla Faz, ma precedute da altre dello stesso tenore, prefigurano una qualche forma di tutela istituzionale rispetto alla incerta e vacillante linea di politica estera dell'esecutivo». Napoli se la prende anche con il presidente della Camera: «Stupiscono le parole di Bertinotti. Il suo richiamo alla maggioranza perché non faccia venir meno la sua coesione sulla politica estera è una lesione ai doveri del suo ufficio di presidente dell'Assemblea parlamentare. Bertinotti ha agito come un leader politico, mettendosi ben al di sotto delle parti rispetto al ruolo di presidente della Camera. Bertinotti e Napolitano sono intervenuti in soccorso di una maggioranza consapevoli che il suo venir meno sulla vicenda afghana non potrebbe rimanere senza conseguenze sul piano politico». Protesta Maurizio Gasparri (An): «Pur rispettando le funzioni istituzionali del presidente della Repubblica Napolitano e del presidente della Camera Bertinotti, ed anzi proprio in considerazione delle loro delicate funzioni, non posso che esprimere meraviglia per un interventismo politicista che ha visto in queste ore sia Napolitano che Bertinotti scendere in campo con interviste con cui, accantonando funzioni che devono svolgere senza casacche di parte, danno disposizioni e direttive ai vari settori della sinistra, in merito soprattutto alle vicende di politica internazionale». Per Gasparri «non è questo il ruolo di chi guida le istituzioni e quindi non c'è che da esprimere rammarico per un uso strumentale e di parte di incarichi di questa natura. Nel merito poi appare evidente la inadeguatezza della sinistra a governare l'Italia in una fase in cui il nostro Paese si deve schierare in difesa del diritto alla vita di Israele, ancora una volta messo in pericolo da terroristi del fondamentalismo islamico spesso incontrati ed elogiati da esponenti dell'attuale maggioranza di governo. L'Italia invece di fuggire dall'Iraq o dall'Afghanistan e di essere mortificata dai balletti, dai girotondi e dalle polemiche che dividono la sinistra, deve difendere la democrazia e la libertà nel Mondo. Di questo dobbiamo discutere nelle prossime ore in Parlamento, mettendo in risalto la inadeguatezza di Prodi e compagni ma anche la irritualità degli "allenatori" Bertinotti e Napolitano che - conclude - dalla panchina giocano a fare i leader della sinistra». Non ci sta neppure Luca Volontè, capogruppo alla Camera dell'Udc: «Il Presidente onorario di Rifondazione Comunista è tale anche in trasferta. Le "parole portoghesi", sono un ultimo tentativo di ricondurre alla ragione il marxista Rizzo. A sinistra è una bella sfida a chi vuol esser più realista del re». Ma Volontè rileva anche che «ancora una volta le sagge parole pronunciate da Napolitano, rischiano di perdersi nella competizione tra marxiani». Mentre Rocco Buttiglione (anche lui Udc) «il presidente Napolitano non ha il compito di richiamare all'ordine i dissidenti del centrosinistra perchè non spetta al ruolo che ricopre ma è preoccupato dal fatto che l'Italia si sta spingendo ai margini della Comunità Atlantica e mette in tensione le alleanze». Per Gianfranco Rotondi (Dc) «anche il presidente Napolitano si è visto costretto a correre ai ripari. Le divisioni nel governo - conclude - non potranno più avere vita lunga, per questo bisogna pensare ad un nuovo equilibrio politico». Secondo Benedetto Della Vedova (Riformatori liberali), infine «in questo modo Napolitano sta finendo per rinunciare al proprio ruolo che è quello di garante e arbitro, non di giocatore».