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Il Pd al vaglio del «parlamento» dei Ds

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Al teatro Eliseo il Consiglio Nazionale apre il dibattito sul partito democratico

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Il Consiglio Nazionale, una sorta di parlamentino composto da 400 membri, si riunisce per rinnovare la segreteria del partito, ormai dimezzata per la fuoriuscita di ministri e sottosegretari, e per avviare il tanto atteso progetto riformista. Piero Fassino terrà una relazione in cui ribadirà la prospettiva del Partito democratico e inviterà militanti e iscritti ad aprire una fase di discussione sulla «carta dei valori» e sui tempi e i modi per realizzare il nuovo soggetto politico. Il segretario dei Ds proporrà una nuova convocazione del Consiglio Nazionale in autunno per un primo bilancio della discussione e per definire le ulteriori tappe, compresa l'indicazione dei tempi più opportuni per lo svolgimento nel 2007 del congresso fondativo, in sintonia con scelte analoghe della Margherita e di altri partner coinvolti nella prospettiva politica. Questo, in sostanza, vuol dire che i vertici della Quercia rimangono contrari all'ipotesi di due congressi: uno per aprire la fase costituente e l'altro per chiuderla, come era avvenuto per lo scioglimento del Pci e la nascita del Pds. In più di un'occasione Fassino, infatti, aveva deplorato quei «due anni» passati nel chiuso delle sezioni ai tempi della grande svolta, mentre fuori la politica percorreva le sue strade. Una cosa che ora, peraltro, i Ds non si possono permettere visto che l'Ulivo è al governo. Nella relazione che aprirà, di fatto, la discussione sul Partito democratico, Fassino dirà che bisogna dare all'Italia una guida riformista capace di far uscire il Paese dalla stagnazione restituendo «futuro, crescita e certezze». Il segretario dei Ds insisterà sulla necessità di «unire quello che la storia ha diviso», riunificando le diverse culture riformiste in un unico grande Partito. Per Fassino la discussione dovrebbe vertere sui valori fondativi, il progetto programmatico, le forme organizzative e la collocazione internazionale che per i Ds rimane nel Pse, anche se da sottoporre a un profondo rinnovamento. Delicata la parte che riguarda l'impegno di tutte le componenti della Quercia vista la contrarietà del «Correntone» al Partito democratico. Sicuramente da parte di Fassino ci sarà un'esortazione a intraprendere la «nuova avventura» e chiederà il contributo di tutte le componenti assicurando che nei Ds «non ci sono né liquidatori, né conservatori», ma donne e uomini che con passione e generosità hanno contribuito a far vincere il centrosinistra e l'Ulivo. Per quanto riguarda il rinnovo della segreteria, Fassino collegherà questo al progetto riformista ricordando che già è in atto un rinnovamento del gruppo dirigente soprattutto a livello regionale, dove sono molti i responsabili sotto i 40 anni. Uno slogan caro al segretario è che nel partito c'è già «una generazione dell'Ulivo».

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