Il centrodestra pronto alle barricate
Alemanno critica il «metodo Bersani» e promette: «Noi a fianco delle categorie vessate»
L'ex ministro aveva già fatto sapere che, nel merito, non dava un giudizio negativo sull'iniziativa del ministro per lo Sviluppo economico. Ma ieri ha ribadito che il problema è il metodo. Alemanno ha ricordato che da oggi «si apre un'intensa settimana in cui tutte le categorie di lavoratori colpite dal decreto Bersani cercheranno di farsi sentire». Oggi, spiega, «sarà la volta dei tassisti, mercoledì quella dei farmacisti, mentre continuano le mobilitazioni dei professionisti e commercianti. È tutta del Governo - prosegue il deputato di An - la colpa di questi disagi per i cittadini e di queste interruzioni di servizi fondamentali per la vita e l'economia italiana. L'errore è lo stesso che il centrosinistra ci ha contestato quando eravamo noi al Governo: procedere per decreto e per decisioni dall'alto quando si tratta di decidere delle condizioni di vita e di produzione di parti importanti dei lavoratori italiani. È un errore - prosegue - che noi abbiamo commesso con la riforma dell'art.18 e che abbiamo recuperato solo a costo di un lungo periodo di agitazioni sindacali e attraverso il patto per l'Italia. La realtà è che si può e si deve agire per decreto quando si colpiscono le rendite, non quando si colpisce il lavoro: sia esso lavoro autonomo che lavoro dipendente. In questo campo le riforme si possono fare, ma si debbono concertare con i lavoratori e si agisce solo dopo un ampio e serio confronto con chi rappresenta questi lavoratori. La difesa di An nei confronti delle categorie in lotta non è di natura conservatrice, né di natura corporativa: vogliamo le liberalizzazioni, quelle vere, contro le grandi lobby delle rendite e dei monopoli, ma non vogliamo che al posto di queste vere liberalizzazioni, vengano stravolti i diritti di categorie di lavoratori che hanno la sola colpa di non votare a sinistra». Da parte sua un altro ex ministro della Cdl, definisce il decreto Bersani una «stangata». Spiega Roberto Castelli: «Quello del governo è stato un provvedimento costruito con abilità, nel senso che ha raggiunto un risultato mediatico. È diventato il decreto sulle liberalizzazioni mentre è una stangata pesantissima. Hanno costruito - afferma Castelli - una parte fiscale classicamente "vischiana" e poi hanno depistato tutti prendendosela con le categorie più deboli come i tassisti. Si sono vendicati con chi non li vota».