Digitale terrestre
L'associazione dei consumatori accusava la Legge Gasparri, che ha introdotto il digitale terrestre, di aver favorito il duopolio televisivo Rai-Mediaset e chiedeva l'intervento delle autorità comunitarie. A rischio ci sarebbero la pluralità dell'informazione e i diritti alla raccolta pubblicitaria. La «risposta» di Bruxelles è arrivata un anno dopo. Mercoledì prossimo la commissione europea dovrebbe decidere di inviare al governo italiano una lettera di messa in mora. I servizi della commissaria all'antitrust Neelie Kroes ritengono che la legge che disciplina la transizione da un sistema tv all'altro attribuisce «diritti speciali» ai soggetti che attualmente utilizzano le frequenze analogiche «il passaggio naturale e automatico alla trasmissione digitale terrestre». La conseguenza è uno svantaggio per altri operatori. Attualmente per la trasmissione analogica la Rai detiene il 46% degli impianti e delle frequenze, mentre Mediaset ne detiene il 36%. La Rai controlla il 12% delle frequenze e degli impianti nel digitale terrestre, Mediaset il 41%. Un «assist» raccolto immediatamente dal ministro delle Comunicazioni di Prodi. «È possibile - ha detto Paolo Gentiloni - che il 19 luglio l'Europa apra una procedura di infrazione contro la legge 112, e che la formale apertura della procedura ci venga comunicata due giorni dopo, il 21 luglio. Successivamente, in tempi il più possibile solleciti, risponderemo alla UE sottolineando che il governo sta predisponendo modifiche alla 112 che vanno esattamente in quella direzione. Interverremo sulle barriere presenti sull'analogico e irrobustiremo - ha concluso - i livelli di apertura sul mercato del digitale». Non solo. Con il definitivo slittamento dello switch off del sistema analogico dal 2006 al 2008, ufficializzato dall'ex ministro delle Comunicazioni Mario Landolfi, l'ipotesi del trasferimento di Rete4 sul satellite potrebbe tornare in campo ed essere riproposta alla Corte Costituzionale, ha aggiunto Gentiloni. «È venuto meno - ha detto il ministro - uno dei punti centrali del decreto legge del dicembre 2004», che appunto «evitava» il passaggio di Rete4 su satellite, previsto da una sentenza della Consulta del 2002, in vista del passaggio al digitale terrestre nel 2006 e dell'apertura del mercato a nuovi soggetti. Tuttavia «il problema investirebbe la Corte Costituzionale. Non ho detto - ha concluso Gentiloni - che il governo intende prendere misure di questo tipo». Alla conferenza sul digitale terrestre a Napoli, poi, Gentiloni ha annunciato che è necessario «creare le condizioni per una tv interamente digitale nel 2012» e nei «prossimi mesi dovrà vedere la luce un pacchetto di programmi per il digitale terrestre, una nuova offerta gratuita promossa in modo tale da imprimere a una spinta a un percorso che oggi rischia di non andare avanti». Bisogna infatti «cambiare rotta - ha detto - anche perchè la strada seguita finora, quella degli incentivi ai decoder, ci è preclusa dall'Unione europea». Gentiloni ha anche annunciato la creazione di «un organismo pubblico come cabina di regia», che sarà aperto «ai broadcaster che fanno parte dell'associazione DGTVi, ma anche, auspicabilmente, ad altri editori e ai consumatori. Il governo si riserverà così quella funzione di coordinamento del sistema che gli compete».