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Roma ancora nel caos per lo sciopero dei driver. Bus deviati. Disagi per i cittadini

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A Roma il centro della città è rimasto in buona parte bloccato. Nervi a fior di pelle per questo braccio di ferro con il Governo e il ministro Bersani. Disagi per gli utenti dei taxi che non sono riusciti a trovare una sola auto bianca in servizio. Una giornata rovente, quindi, oltre che afosa per condizioni meteorologiche. Dopo la rottura giovedì sera delle trattative con l'Esecutivo nazionale, la situazione è tornata alla dura contrapposizione. A piazza Venezia i tassisti si sono riversati subito, nella notte dello stesso giovedì, ma il grosso è stato tenuto in serbo per ieri. A una prima sfilata da via Veneto verso il centro, è seguito il presidio della piazza che accoglie il Vittoriano. Slogan gridati ad alta voce o con l'ausilio del megafono, striscioni con chiari messaggi al ministro per lo Sviluppo Economico: «Imprenditori oggi, precari domani. Che colpo di genio, ci voleva Bersani». Tutti i parcheggi di taxi erano inesorabilmente vuoti e su alcune delle nuove colonnine per la chiamata diretta sono stati incollati dei ciclostilati di comunicazione ai cittadini con le ragioni della protesta e il ritratto di una sorta di bilancio familiare del tassista tipo, la cronistoria di un mestiere che non risulta così remunerativo. Il sistema di trasporto cittadino è stato messo a dura prova anche perché per piazza Venezia transitano molte corse di superficie, tanto che l'azienda municipale Atac ha dovuto studiare le variazioni di percorso per venticinque linee degli autobus urbani. Con il passare delle ore le notizie dal Governo non sono state incoraggianti e ha iniziato a serpeggiare il fantasma della precettazione. Il primo messaggio è arrivato da Enrico Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, dopo una riunione dell'organo collegiale di governo: «Inaccettabile la situazione di blocco del traffico e di alcuni aeroporti» dovuta alle protese dei tassisti. Il governo si riserva «di assumere le dovute valutazioni, ogni decisione che possa essere utile a salvaguardare il diritto dei cittadini alla mobilità e affinché il servizio pubblico venga rispettato. Esistono delle regole sul diritto di sciopero che tutti devono rispettare». L'Esecutivo nazionale «si riserva» di intervenire «nelle prossime ore». Un braccio di ferro che ha lasciato il segno, tanto che il nervosismo, favorito dal caldo opprimente della metropoli, ha raggiunto livelli di guardia. Poco prima delle 13 ci è andato di mezzo un giornalista radiofonico. Nel mezzo di una discussione, questo si è avvicinato spianando il microfono e ha avuto un calcio come risposta. I medici gli hanno prescritto cinque giorni di prognosi. Intanto, mentre tassisti, giornalisti, poliziotti e carabinieri si fronteggiavano in un'assolata piazza Venezia, Loreno Bittarelli, presidente dell'Uri, l'Unione Radiotaxi d'Italia e del 3570, era già riuscito ad avere un incontro con il prefetto Achille Serra. Confronto determinante per l'avvio alla composizione della frattura con il Governo. Dopo le 13 è stato lo stesso Bittarelli ad annunciare ai tassisti di spostarsi al Circo Massimo: «Il prefetto mi ha comunicato alle 17 ci incontreremo di nuovo con il Governo. Sarà presente anche il sindaco Veltroni. Adesso aspettiamo che arrivino i rappresentanti della categoria provenienti dalle altre città. Ribadisco che la nostra non è una lotta solo per Roma, ma dobbiamo risolvere la questione per tutto il territorio nazionale».

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