Nomine
Dopo l'infornata di nomine in Rai ora la sinistra vorrebbe rimettere mano al settore delle comunicazioni come primo passoper poi gestire il riordino della Rai. Sicchè ieri Francesco Giro, deputato di Forza Italia, è intervenuto a gamba tesa contro il progetto ventilato da Giuseppe Giulietti, deputato dell'Ulivo. «Nella passata legislatura Giulietti si è distinto per i suoi ripetuti richiami al governo Berlusconi affinchè la riforma delle tlc fosse realizzata in Parlamento e non calata dall'alto. Ora invece Giulietti ha cambiato idea e addirittura invita in modo perentorio il ministro Gentiloni, arrogandosi non si sa quale potere e quale prerogativa, di agire subito e per decreto, una bella dimostrazione di coerenza e sensibilità democratica, non c'è che dire». La proposta di Giulietti, prontamente bocciata da Forza Italia, è che «il ministro Gentiloni presenti un decreto di liberalizzazioni, sul modello di quello Bersani, nel settore delle comunicazioni». «Condivido l'impostazione data dal presidente Prodi e dal ministro Bersani nel decreto sulle liberalizzazioni - spiega Gilietti - e sono sicuro che il ministro delle comunicazioni Gentiloni, che sta ben operando, vorrà fare una operazione analoga, una sorta di decreto Bersani, quindi a costo zero, applicato al mondo delle comunicazioni. Non penso solo alle pur necessarie grandi riforme del conflitto di interessi e della legge Gasparri. Parlo di riforme che il governo potrà approvare, riforme a costo zero, per stabilire che i partiti non possano più controllare la Rai, per cambiare la fonte di nomina del consiglio d'amministrazione Rai, per stabilire che tutte le nomine Rai vengano fatte per concorso e che telepromozioni e televendite non siano più di Mediaset e Rai per aprire un altro mercato per le altre emittenti italiane. Insomma si possono assumere una serie di provvedimenti tesi ad aprire il mercato e a premiare il consumatore, tutti a costo zero».