Ricucci torna libero e sfugge a flash e cronisti
L'immobiliarista Stefano Ricucci, protagonista lo scorso anno dei tentativi falliti di scalata a Bnl, Antonveneta e al Corriere della Sera, ritorna così in libertà dopo tre mesi di detenzione. Il provvedimento di scarcerazione siglato dal gip Orlando Villoni, precede di poco la fine naturale della detenzione prevista il 17 luglio per decorrenza dei termini della custodia preventiva. Il provvedimento accoglie l'istanza presentata due giorni fa dall'avvocato difensore Grazia Volo. A concorrere all'anticipato rilascio dovrebbe essere stato anche il cambiamento nell'atteggiamento dello stesso Ricucci che, contrariamente ai tanti interrogatori tenutisi nel carcere romano nei primi due mesi di reclusione, avrebbe iniziato a collaborare con gli inquirenti. A fine giugno infatti, l'ex odontotecnico di Zagarolo ha deciso di cambiare rotta e in una lettera inviata ai magistrati, Giuseppe Cascini e Rodolfo Sabelli, della Procura di Roma, ha scritto che voleva chiarire alcune incomprensioni nate con i pm titolari dell'inchiesta sulla scalata a Rcs. Nuovo atteggiamento e una ricostruzione dei fatti che, inizialmente lacunosa, adesso si sta invece arricchendo di tasselli importanti, molto utili per l'inchiesta giudiziaria. Soprattutto, Ricucci starebbe fornendo elementi necessari per capire chi lo avesse aiutato nel tentativo di scalare il gruppo Rcs. Una serie di nomi che sono attualmente al centro di riscontri investigativi. Una fuga in sordina quindi da Regina Coeli a bordo dell'ammiraglia 4x4 della Casa automobilistica bavarese per evitare qualsiasi contatto con cronisti, cineoperatori e fotografi che erano ad attenderlo fuori dall'istituto di pena. A dire qualcosa è stato il direttore del carcere, Mauro Mariani: «Ha chiesto e ottenuto di poter uscire da una porta secondaria per motivi di viabilità. Era tranquillo, desideroso solo di raggiungere al più presto la propria abitazione. Dimagrito? No, non direi. Ha voluto ringraziare il personale per la cortesia e l'attenzione con le quali è stato trattato». In precedenza il difensore di Ricucci, Grazia Volo, aveva presentato più volte istanze di scarcerazione, tutte fallite di fronte al parere negativo dei pm che ritenevano «poco concreta» la ricostruzione dei fatti da parte dell'indagato. A peggiorare la situazione, l'insoddisfazione degli inquirenti per le risposte di Ricucci sull'esistenza di soci occulti che lo avessero aiutato nel tentativo di scalata del Gruppo editoriale di via Solferino. Resta da vedere cosa accadrà invece come conseguenza della richiesta di fallimento della Magiste International, la società estera, capofila del gruppo di Ricucci. Fino ad oggi il gip ha respinto l'arresto dell'immobiliarista per bancarotta fraudolenta. Il 6 luglio, proprio per concorso in bancarotta fraudolenta in merito all'inchiesta sulla solvibilità della Magiste International è finito dietro le sbarre Luigi Gargiulo, braccio destro di Ricucci. Opponendosi alla decisione del gip di non arrestare Ricucci per quest'ultimo reato, i pm hanno avviato ricorso al Riesame. La richiesta di fallimento della società è dello scorso 28 giugno, sottoscritta dalla Procura di Roma in merito alla domanda di concordato preventivo presentata dalla Magiste. Sul crack finanziario da 300 milioni continua l'indagine del Tribunale fallimentare.