Ma a gennaio ha venduto opzioni e azioni del gruppo

È stato fondato nel 1869 ed ha la sua sede centrale nel quartiere di Manhattan, a New York City. Goldman Sachs ha i suoi uffici anche a Chicago, Francoforte, Zurigo, Parigi, Londra, Hong Kong, Milano, Sydney e Tokyo. Ha anche funzioni di consigliere finanziario di alcune delle più importanti aziende private, di molti governi e delle famiglie più facoltose del pianeta. Mario Draghi è diventato vicepresidente della Goldman nel gennaio del 2002. Nel novembre del 2005 Draghi è stato nominato membro del «managemen Comitee». In quel periodo, inoltre, era dato tra i favoriti alla successione di Peter Weinberg alla carica di amministratore delegato per l'Europa del gruppo bancario. In qualità di vicepresidente, il suo compito era di curare la strategia europea del gruppo e di promuovere l'istituto bancario nel mondo. In modo specifico, Draghi aveva l'incarico di collaborare a sviluppare e stringere rapporti d'affari con le più grandi corporation europee e con i governi del Vecchio Continente. Nominato governatore della banca d'Italia, Dragi ha subito precisato che si sarebbe comunque astenuto da ogni decisione qualora ci fosse stata la possibilità di un conflitto d'interesse. Nel gennaio del 2006, Draghi ha reso noto di aver venduto tutte le azioni e le opzioni che deteneva alla Goldman Sachs e di aver creato un blind trust che ha accolto i proventi di tali cessioni e ha provveduto autonomamente al loro investimento. In una nota Bankitalia ha fatto sapere all'epoca che «in particolare per un periodo di un anno il governatore si asterrà da decisioni concernenti direttamente la Goldman, ovvero istituzioni per la cui la Goldman Sachs agisce o agirà da advisor». Oltre tale periodo di tempo, rendeva noto il documento diffuso da bia nazionale, Draghi si sarebbe astenuto da decisioni in merito a casi in cui la banca d'affari statunitense era stata coinvolta direttamente o in qualità di advisor allorché il governatore lavorava per l'istituto Usa.