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Taxi, fallisce anche il secondo tavolo con Bersani

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Il ministero: «Il documento presentato non era stato approvato da tutte le sigle sindacali»

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È quanto riferiscono al ministero per lo Sviluppo economico. «Le associazioni - hanno fatto sapere fonti del ministero al termine della riunione con la categoria - si sono presentate con un documento che ancora non era stato letto nè approvato da tutte le sigle sindacali». Inoltre nel corso della riunione «sono emerse da parte delle associazioni visioni contrastanti». Dal ministero fanno inoltre notare che le proposte avanzate dai tassisti «non riguardano solo la deroga al divieto di cumulo», su cui la volta scorsa sembravano concentrarsi i motivi di contrasto, ma è «interamente sostitutiva» della norma scritta dal governo nel decreto in relazione ai taxi. Alcuni punti del documento presentati dalle associazioni dei tassisti non sono, tra l'altro traducibili - secondo quanto osservano dal ministero - in norme che garantiscano l'efficacia degli strumenti da loro individuati». Il ministero ha ritenuto quindi necessario un ulteriore approfondimento che proseguirà domani alle 12. I tassisti, ascoltati sempre ieri, ma in mattinata, i dalle Commissioni Bilancio e Finanze del Senato, avevano annunciato che avrebbero presentato due proposte al confronto con il ministro: aumentare i turni ed estendere l'attività ad un «sostituto alla guida», in pratica un secondo conducente dell'auto. «Andremo al tavolo - aveva detto Maurizio Longo, responsabile nazionale della Cna-Fita - per mettere a punto due proposte, con l'obiettivo di potenziare il servizio del 50%: la prima riguarda i turni, la seconda il sostituto alla guida». Una parte più complessa quest'ultima, perchè l'introduzione di un secondo autista, che i sindacati vogliono contrattualizzato a pieno titolo e garantito, «rischia di appesantire l'impresa e quindi il costo del servizio». A rinnovare le critiche al dl Bersani era stato Nicola Di Giacobbe della Unica-Cgil che, di fronte alle commissioni, aveva ribadito la contrarietà al pacchetto «nel merito e nel metodo». «I problemi del trasporto pubblico locale - aveva sottolineato - non possono trovare l'unica cavia nei taxi. I taxi non sono un punto a se stante, ma vanno inseriti in un progetto più complesso». Il problema fondamentale è comunque quello del «come si rilasciano le licenze: bisogna far incontrare domanda e offerta in base a parametri certi e in base a criteri condivisi vanno assegnate le licenze». Intanto, la procura di Torino sta cercando di identificare i tassisti che, nel corso degli scioperi della scorsa settimana, potrebbero avere commesso il reato di interruzione di pubblico servizio. L'ambito è quello dell'inchiesta aperta dopo due denunce, l'una della Consulta per le persone in difficoltà (Cpd) e l'altra di un'associazione di consumatori. I magistrati inquirenti lavorano su diversi aspetti: in particolare, secondo le prime ipotesi, i tassisti non avrebbero rispettato delle convenzioni con enti pubblici che prevedono il trasporto di disabili o vari servizi sanitari e di guardia medica. E il consigliere comunale romano Fabio Sabbatani Schiuma chiede alle associazioni dei consumatori di difendere anche i tassisti: «Fa bene il Codacons a difendere i diritti dei consumatori, ma qualcuno potrebbe informarsi circa le reali motivazioni che hanno portato i tassisti in piazza. Certo è interesse di questa categoria battersi per un servizio migliore a favore dell'utenza - sottolinea Sabbatani Schiuma - da anni infatti hanno avanzato proposte per una migliore regolamentazione del servizio da loro offerto in ordine a una lotta serrata contro l'abusivismo, a un migliore scorrimento delle corsie preferenziali e di conseguenza di tutta la mobilità, ad un aumento delle vetture in circolazione tramite un potenziamento nelle ore di punta. Il Codacons farebbe bene ad ascoltarli attentamente e a difenderli».

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