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L'unico ok dagli artigiani

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Il decreto, hanno sostenuto i rappresentanti di Confartigianato, «elimina la tassa da scarsa concorrenza che pesa per 7,8 miliardi di euro l'anno su imprese e famiglie, ma che ora deve colpire anche i veri, grandi settori protetti, quelli che hanno un impatto consistente sull'economia del Paese: energia, servizi pubblici locali, professioni, servizi assicurativi e bancari, trasporti». Tuttavia, hanno sottolineato gli artigiani, «l'evasione fiscale non si combatte con una nuova burocrazia. Le norme, mascherate con finalità di lotta all'evasione e all'elusione - ha aggiunto Confartigianato - si traducono in realtà, spesso solo in aggravi di carattere burocratico o in aumenti della pressione fiscale». Critiche anche per gli studi di settore, in quanto «la modifica in materia di accertamento nei confronti di soggetti in contabilità oridnaria, introdotto con effetto retroattivo sul periodo di imposta 2005 e a dichiarazioni praticamente concluse, rischia di incrinare il patto in materia fiscale del 1996 tra associazioni e ministro delle Finanze. Non si possono cambiare le regole del gioco a partita praticamente già terminata».

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