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I sindacati: senza il nostro consenso la manovra non passa

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Risale a ieri la richiesta di un incontro urgente con il premier Romano Prodi — anche in previsione della legge Finanziaria — al termine della riunione unitaria che ha raggruppato Cgil, Cisl e Uil. In particolare, nei giorni scorsi a puntare il dito contro le 178 pagine che, in calce riportano la firma del ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa sono stati Rifondazione Comunista e, appunto, i sindacati. In sintesi, le richieste rivolte dai primi al governo si basano sulla richiesta di garanzie per le fasce sociali più deboli e per i lavoratori aderenti — in particolare — a Cgil, Cisl e Uil. Nonostante il ministro dell'Economia abbia più volte ribadito l'intenzione di colpire i «ricchi», cioè le fasce sociali più alte (evasioni fiscali comprese) infatti, l'idea che si sono fatti i sindacalisti è che il progetto economico-finanziario per gli anni 2007-2011 sia tutto volto a colpire le fasce sociali più basse e, quindi, più deboli. Le tre organizzazioni, in vista della Finanziaria che verrà approvata in settembre guardano con «preoccupazione alla situazione economica e sociale italiana. Alla crisi di crescita e al pressante deficit pubblico si legge nel documento - si assommano l'allargamento di aree di disagio e fragilità sociale - in particolare tra gli anziani - i giovani e coloro che perdono il lavoro. Il potere di acquisto delle pensioni e delle retribuzioni si è progressivamente ridotto e l'accesso al mercato del lavoro si caratterizza per una crescente precarietà». Importanti segnali di apertura e, soprattutto, di dialogo sono arrivati dal segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani: «Siamo disponibili - ha commentato - ad affrontare la delicata fase economica a partire dai contenuti del welfare e di politiche fiscali, con il segno distintivo della concertazione, non pienamente assunta nella prima fase di confronto». Bisogna recuperare le risorse perse anche con il secondo modulo della riforma fiscale di Berlusconi», ha detto il segretario della Cisl Bonanni sottolineando, «l'importanza della reintroduzione della politica dei redditi che Berlusconi ha cancellato, soprattutto per stabilire il tasso di inflazione programmata, le tariffe e i servizi degli enti locali». «Cgil, Cisl e Uil — ha detto il segretario generale della Uil Luigi Angeletti hanno «una comune idea che la difficoltà del nostro paese sia la scarsa crescita. Deficit e indebitamento sono una conseguenza e non la causa della scarsa crescita. Il governo deve porsi come principale obiettivo la crescita economica e del Pil e, parallelamente definire in maniera efficace ed efficiente la spesa pubblica, eliminando gli sprechi». Angeletti, parlando della manovrina, ha sottolineato che i sindacati sono favorevoli alle liberalizzazioni «perché tanto pagano gli altri ma perché, in alcuni settori, le liberalizzazioni sono essenziali ed efficaci per avere un'economia che cresce e che è più competitiva». «Nel mirino è finito lo stato sociale», ha apostrofato il segretario generale della Cisl Scuola Francesco Scrima in una lettera aperta e alla luce del recente Documento di Programmazione Economico Finanziaria presentato dal ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa. «Lei prima dichiara che "i sacrifici devono partire dall'alto, da chi si è arricchito e da chi evade il fisco. Chi vive nel disagio non deve più fare sacrifici" e subito dopo - fa notare Scrima nella lettera - precisa che la manovra per il 2007 si strutturerà con forti tagli alle spese su quattro capitoli: sanità, pubblico impiego, previdenza ed enti locali». La fase di discussione interna ai tre sindacati è rimandata a settembre per attivare «i necessari approfondimenti per predisporre proposte di merito su sviluppo, welfare, fisco, prezzi e tariffe anche con le categorie interessate. A partire dai pensionati e dalle loro priorità», hanno dichiarato i tre sindacati in un documento congiunto.

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