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Ferrero insiste: nessuna delega in bianco

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Nessun voto con una delega in bianco», ha commentato il ministro delle Politiche Sociali Paolo Ferrero, a margine di un dibattito sulla Bossi-Fini che ha tenuto al meeting antirazzista di Cecina e organizzato dall'Arci. Facendo riferimento a quanto affermato dal presidente della Camera Fausto Bertinotti a Firenze Ferrero ha aggiunto: «Certo, un documento di programmazione economico-finanziaria, cioè l'idea che ci si doti di un orizzonte non può essere il frutto più che di un paio di discussioni in Consiglio dei ministri, degli uffici che rimangono sempre gli stessi che producono la larga parte dell'impianto, ma deve essere il frutto di un grande dibattito nel Paese in modo che la programmazione acquisti il significato che deve avere». Ferrero ha precisato: «la maggioranza non è rotta. In questi giorni discutiamo del Dpef: vorrei che fosse chiaro — e non lo dico per diplomazia — io non penso che si potesse fare diversamente. Sto parlando della forma, non della sostanza. Ma se uno mi chiede se questo è un modello accettabile, io debbo rispondere brutalmente no», ha apostrofato il presidente della Camera Fausto Bertinotti, intervenendo all'incontro dal titolo «Il ruolo delle assemblee elettive», organizzato nella sala dei Duegento di Palazzo Vecchio a Firenze. «Questa condizione — si è chiesto Bertinotti — per cui il Dpef, cioè il documento di indirizzo della politica economica del paese esce da qualche nottata del Consiglio dei ministri, vi sembra ragionevole? No, non lo è affatto». Il presidente della Camera ha quindi tracciato quello che dovrebbe essere secondo lui il percorso per arrivare al Dpef: «Io credo - ha detto - che dovrebbe disegnare un approccio convincente». In sostanza bisognerebbe cominciare a lavorare al prossimo documento di programmazione economica e finanziaria «attivando tutti i soggetti per la costruzione degli elementi propedeutici alla sua definizione, e tutti gli istituti e le forze chiamate a costruire questo quadro condiviso su cui poi si costruisce il documento». Il lavoro dovrebbe concludersi «a un mese dall'elaborazione del Dpef», con una grande consultazione organizzata.

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