VISTO DA SINISTRA - MIGLIORE (PRC)
«Anzi non c'è maggiore soddisfazione che sostenere la nostra nazionale tra i francesi, sempre un po' troppo entusiasti delle loro cose» ammette sinceramente il giovane capogruppo di Rifondazione comunista alla Camera, classe 1968. che con il Capo dello Stato condivide anche la città di nascita: Napoli. Napolitano che tifa per i ragazzi di Lippi le fa simpatia oppure le sembra un eccesso di patriottismo? «Non direi proprio un eccesso di patriottismo. Sono convinto che sia positivo che il nostro presidente partecipi a questo evento così popolare e così sentito tra italiani». Ma la patria, l'esaltazione della nazione Italia non sono valori lontani dall'internazionalismo predicato da Rifondazione? «Non penso che ci sia un rischio nazionalista in Italia. Quindi non c'è proprio nulla di male a tifare per la nazionale. E poi in questa fase in cui le squadre cittadine, almeno alcune, hanno dato un'immagine così poco edificante, tra malaffare e scorrettezze, è ancora più bello e più sentito tifare per la nazionale». Gli ultimi Mondiali vinti furono anche una vittoria del presidente di allora Pertini. Un ricordo? «Allora avevo quattordici anni, quindi abbastanza "grandino" per seguire tutte le fasi di quel mitico Mondiale. Certo mi impressionavano di più le azioni dei calciatori, però Pertini in effetti faceva simpatia. Rappresentava una cosa nuova. Ero cresciuto vedendo in tv le facce lugubri di vecchi dirigenti dc, tipo Leone o Andreotti, e finalmente era arrivato lui con la pipa e il tifo. Un altro mondo». Troverà Napolitano la popolarità? C'è qualcosa in comune tra lui e Pertini? «Entrambi appartengono alla storia del movimento operaio e quindi la loro cultura politica non è poi così diversa. Certo non sarà facile per Napolitano ma lo vedo sulla buona strada. Comunque gli darei un consiglio: di trovarsi un vignettista di fiducia. Per me Pertini non sarebbe lo stesso se non ci fossero state le strisce satiriche del mitico Andrea Pazienza che lo avevano come protagonista». Sil. San.