LA POLITICA dell'Unione divide anche il centrodestra.
«La Cdl deve tenere la rotta. Se implode, questa sinistra avrà partita vinta e l'Italia non potrà più rialzarsi», ha detto Giorgio La Malfa nel suo intervento al Consiglio nazionale del Pri a Roma. L'esponente repubblicano, che ha confermato le dimissioni da presidente del partito per il dissenso sulla riforma della Costituzione votata dal centrodestra che La Malfa non ha condiviso, ha attaccato il governo che, a suo avviso, «si è già rivelato un disastro per il paese». Preoccupa il deputato repubblicano eletto con Forza Italia e ora nel gruppo Misto, non solo la situazione economica per «le indecisioni e le titubanze mostrate dal governo», ma anche la situazione internazionale: «Fini - afferma - ha portato l'Italia ad inginocchiarsi davanti al muro del Pianto. D'Alema la sta portando ad inginocchiarsi davanti alle bandiere di Hamas». La Malfa ha invece apprezzato «la posizione di Casini di porre il problema del voto sull'Afghanistan, cosa che oggi anche Berlusconi sembra comprendere, come un nostro dovere e non un tradimento», ha detto. All'ex ministro Maurizio Gasparri «patetici appaiono alcuni minuscoli tentativi di soccorso alla inesistente maggioranza che provengono da qualche aspirante transfuga del centrodestra. In Parlamento - ribadisce l'esponente di An - la Casa delle Libertà ha il dovere di battersi contro il Dpef delle tasse e del taglio ai servizi sociali, così come dobbiamo batterci contro il ritiro dall'Iraq e pare anche dall'Afghanistan. Opposizione dura quindi su tutti i versanti per rendere accidentata, e caso mai anche breve, l'esistenza di un non governo pericoloso per l'economia e la legalità. Spaccature vistose sulla politica estera e contrasti su ogni tema trasformano in agonia la vita di questo governo. Umiliato Bersani sarà la volta di Padoa Schioppa, la cui manovra da macelleria sociale, con tagli alla sanità, agli enti locali, alle pensioni sarà sconfitta in Parlamento. Le spaccature sul Dpef nella maggioranza sono vistose e attendiamo di vedere che faranno taluni sindacati che hanno scioperato contro il centrodestra che aumentava i fondi per la sanità e per il pubblico impiego e ora non potranno evitare le barricate contro il governo di sinistra che vuole affamare l'Italia». Francesco Giro, deputato di Fi, responsabile azzurro per il mondo cattolico e consigliere di Sandro Bondi, sogna invece «un governo Berlusconi-Prodi, della larga intesa, fra i moderati del centro-destra e la sinistra democratica», anche se spiega subito, che parla a titolo «personalissimo», ma al suo «sogno» non rinuncia. «In attesa che il bipolarismo italiano esca dalle sue incrostazioni ideologiche e dalle troppe ambiguità che ancora lo bloccano - è il ragionamento di Giro - un periodo di nuova decantazione e di larga intesa potrebbe sostenere l'Italia nei suoi impegni interni ed esterni e farla approdare ad un sistema politico meno contraddittorio che favorisca la libera competizione fra due identità distinte, entrambe legate alle due grandi famiglie e tradizioni politiche europee, senza tralasciare le importanti innovazioni della cultura federalista».