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«Giorgio? Solo tre volte allo stadio»

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La moglie Clio: «Il giorno di Moro portai nostro figlio a veder la Lazio»

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Parola della moglie Clio intervistata da Paola Severini in un libro appena uscito («Le mogli della Repubblica», Baldini-Castoldi-Delai editore). In realtà la first lady non parla direttamente della passione per il calcio del marito, ma in un inciso, raccontando del rapporto con i figli, svela come il presidente sia quasi un neofita degli stadi. Racconta la signora Clio: «Mio marito come padre è stato molto assente, è ovvio perché tra l'impegno quotidiano, poi il sabato e la domenica si andava fuori a fare manifestazioni in tutte le parti d'Italia, quindi senz'altro è stato abbastanza assente. Però ha avuto un'influenza eccezionale sui figli, perché lui, da buon politico, ha dato sempre ai figli la sensazione di essere sempre presente e disponibile». E per dimostrarlo, la moglie del Capo dello Stato racconta un episodio: «Mio marito sarà andato allo stadio forse tre volte con mio figlio, ma lui è convinto che andava tutte le domeniche allo stadio con suo padre. Tant'è vero che ricordo che aveva un compagno di scuola i cui genitori facevano i medici, ed erano molto impegnati... E questo ragazzo diceva al padre: "Non capisco perché non mi portate allo stadio mentre il padre di Giulio (il secondogenito di Napolitano ndr), che fa un lavoro tanto più importante del vostro, va sempre allo stadio con il figlio!"». Un buon padre, insomma, ma non sembra essere, il primo cittadino d'Italia, un esperto di fuorigioco e tre punte. Stavolta, però, se avrà qualche dubbio potrà sfruttare la consulenza del ministro Melandri. D'altro canto a portare il pallone in casa del Presidente è stato proprio Giulio, tifosissimo della Lazio. E proprio lo stadio è l'occasione per raccontare un altro aneddoto, questa volta che vede coinvolta proprio la signora Clio. Che narra: «Il giorno in cui ritrovarono il cadavere di Moro, io andai lo stesso allo stadio con mio figlio perché c'era una partita della Lazio, con una squadra francese, forse il Nantes, proprio per dargli questo senso di tranquillità. Naturalmente non capivo nulla di calcio, mi ricordo che quando i tifosi gridavano "Giordano al telefono!", io mi chiedevo se potessero lasciare il campo e andare a rispondere...».

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