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FI rilancia larghe intese ma l'Unione dice no

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Sceglie l'ironia l'ex ministro delle Riforme Roberto Calderoli. «Dalla finanza creativa siamo passati alla finanza filosofica - dice riferendosi alla citazione del filosofo tedesco - spero solo, però, che dal cartesiano cogito ergo sum non si arrivi ad un molto più prodiano e meno filosofico stango ergo sum». Maurizio Sacconi, senatore di Forza Italia, fa un esame crudo del Dpef: «Alla faccia delle liberalizzazioni, si promette il regresso della riforma del mercato del lavoro attraverso lo stravolgimento della Legge Biagi. Si ipotizza altresì l'eliminazione dello scalone, di cui si ammette la necessità di copertura. La mano dell'estensore è peraltro molto dolce con il pubblico impiego per non offendere la sensibilità sindacale. Una sola cosa appare molto certa, ed è il ricorso alla leva fiscale». da Forza Italia parte l'invito ai riformisti dell'Unione per un nuovo governo. Stavolta di larghe intese. Un'idea che viene respinta al mittente dall'Unione: «FI pensi a fare l'opposizione in maniera responsabile e costruttiva, se ci riesce», taglia corto il coordinatore dell'esecutivo della Margherita Antonello Soro.

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