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MENTRE impazza il dibattito sul futuro del centrosinistra e sulla costruzione del Partito Democratico ...

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La segreteria Ds, infatti, è uscita praticamente «dissanguata» dalla composizione dell'esecutivo (Chiti, Bersani, Damiano, Pollastrini, Turco e De Piccoli sono finiti nela carica dei 102) mentre altri sono diventati presidenti di Commissione o, è il caso di Marina Sereni, vicepresidente del gruppo dell'Ulivo. Fassino lo aveva detto quando fece la scelta di rimanere al Botteghino (lasciando a D'Alema il compito di guidare la delegazione di governo): inseriremo forze fresche. Ora il segretario deve presentare la sua proposta. E, a giudicare dalle indiscrezioni che circolano al Botteghino, Fassino ha già pronto il suo «piano di ristrutturazione». La segreteria dovrebbe essere più «snella» sarà composta da una squadra di 8-9 nomi (prima erano 19, più il presidente D'Alema e i capigruppo), più quelli di diritto, con il rinforzo di tre segretari regionali, uno del nord, uno del centro, uno del sud, per assicurare il collegamento diretto con i territori. Il leader diessino sottoporrà la sua proposta al Consiglio nazionale in calendario per il 13 luglio prossimo. Un appuntamento che segnerà anche il primo «scontro» ufficiale tra la maggioranza e la minoranza del partito sul tema della costruzione del Partito democratico. Proprio questo scontro aveva spinto il Correntone Ds guidato da Mussi, lo scorso 1 luglio, a rinunciare alla proposta di entrare a far parte della nuova segreteria. Così Fassino, incassato il «no», dovrà in parte rivedere i suoi piani. Una cosa è certa, nel nuovo organismo Fassino avrebbe tutta l'intenzione di dar spazio alle «giovani leve». L'idea sarebbe quella di lanciare un nutrito pacchetto di «trenta-quarantenni». Tra questi figurerebbero Marco Filippeschi, attuale segretario regionale della Toscana, quindi Andrea Orlando che ricopre la carica di responsabile dipartimento Enti Locali e il capogruppo Ds all'europarlamento Nicola Zingaretti, che potrebbe assumere deleghe «pesanti». Proprio attorno a Zingaretti, però, si starebbe giocando anche un'altra partita. Veltroni e D'Alema, infatti, starebbero lavorando per portarlo alla guida della segreteria regionale del Lazio. Da qui Zingaretti verrebbe lanciato come successore di Veltroni alla guida della Capitale Tornando alla segretaria Fassino sembra orientato ad affidare l'organizzazione del partito all'esperto Antonello Cabras (sarebbe un «ritorno»). Mentre il «fido» Maurizio Migliavacca sarebbe confermato nell'incarico di coordinatore come anche Ugo Sposetti in quello di tesoriere. Anche i 9 dipartimenti subirebbero una riorganizzazione con una riduzione di numero attraverso un accorpamento in grandi aree di competenza. Fassino, in questi giorni, sarebbe alle prese anche con il problema di come garantire le «quote rosa». Naturalmente il nome della responsabile del coordinamento donne Ds, per anni ricoperto da Barbara Pollastrini ora ministro per le Pari Opportunita', dovrà uscire dalla prima assemblea del coordinamento per ora non ancora in programma. Molto del futuro di Fassino dipende da come riuscirà ad organizzare la segreteria. Negli ultimi giorni, infatti, è tornata a circolare l'ipotesi che ci possa essere un cambio di guardia alla guida del Botteghino. In pole positione resta sempre l'attuale ministro per lo Sviluppo Economico Pier Luigi Bersani.

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