CGIL, CISL E UIL

Tant'è che tornano a agitare la spada dello sciopero generale. A ribadirlo ancora una volta è il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni: «La Cisl non cambia linguaggio o atteggiamento con il passaggio da un governo all'altro. Contro il governo Berlusconi abbiamo fatto sei scioperi generali. Per noi i governi sono tutti uguali. Siamo sposati con il Paese e con i lavoratori». Giudizio sospeso per la Uil che attende il termine della riunione delle segreterie confederali di lunedì e il testo definitivo del Dpef. Il segretario confederale Antonio Foccillo ha comunque espresso apprezzamenti sul cuneo fiscale «che non tocca i contributi pensionistici» e sul tasso di inflazione programmata al 2 per cento. Stesso discorso per la Cgil che chiede però di «aprire il confronto e discutere sulle misure per lo sviluppo» e per l'Ugl che punta l'indice contro la «concertazione a intermittenza» messa in campo dall'esecutivo e sulla «modesta» entità delle voci dedicate allo sviluppo. Il documento di programmazione economica, insomma, sembra scontentare una grossa fetta del Paese anche se qualche timido segnale positivo arriva dal numero uno di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo che per il momento invita alla cautela: «Il Dpef va riempito di contenuti e lo valuteremo quando lo vedremo, ma ci sono alcuni segnali positivi», in particolare spiega, il fatto «che sanità, previdenza e pubblica amministrazione, tra gli altri temi, sono quelli su cui lavorare». La Confcommercio ricorda che la concertazione sul tasso d'inflazione programmato, deve riguardare non solo i sindacati ma tutte le parti sociali. «Vedremo poi quale sarà la strategia di intervento per il controllo e la riduzione della spesa pubblica».