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«Mi hanno messo un sacco in testa e portato via»

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..».Questo il racconto del rapimento che avrebbe fatto lo stesso Hassan Mustafa Osama Nasr, alias Abu Omar, tre mesi fa davanti ai giudici della Corte d'appello del Cairo, così come riferito all'epoca da fonti anonime al quotidiano indipendente El Masri el Yom. «Non riuscivo a respirare, sono svenuto, allora hanno rotto il sacco e mi hanno messo del nastro adesivo sugli occhi», ha proseguito l'Imam, che risulta essere detenuto in un carcere alla periferia della capitale egiziana. «Mi hanno fatto scendere in un'area dove c'erano degli aerei e in seguito ho saputo che era una base americana, mi hanno caricato su un aereo per la Germania e poi per l'Egitto». Abu Omar, secondo il giornale, ha dichiarato di essere stato interrogato sui motivi del suo soggiorno in Afghanistan e se aveva dei legami con il gruppo terroristico comandaro da Osama bin Laden, Al Qaeda. E di essere stato torturato per obbligarlo a dire che era tornato in Egitto di sua volontà «con un volo dell'Egypt air». «Sono un cittadino italiano, ho diritto di essere rimpatriato e di avere un avvocato italiano», ha poi detto Abu Omar al legale Montasser el Zayat, il più noto difensore di fondamentalisti islamici in Egitto. Zayat nei mesi scorsi aveva riferito che Abu Omar sta bene, anche se provato dal carcere e soprattutto dall'isolamento, in una cella di due metri per un metro e mezzo, con una finestra in alto da cui passa solo un filo di luce e poca aria. «Abu Omar è stato picchiato, ma non presenta segni di tortura, solo di debilitazione», aveva aggiunto. Sempre secondo l'avvocato, gli americani avevano tentato di rapire Abu Omar già nel 1998 in Albania, ma l'uomo era riuscito a scappare in Germania, dove aveva chiesto asilo politico, prima di arrivare in Italia alla fine di quell'anno. Il governo egiziano si è sempre rifiutato di confermare ufficialmente la presenza dell'imam in Egitto.

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