Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Entusiasti Corriere e Repubblica Il Sole fa il «terzista»

default_image

  • a
  • a
  • a

E pensare che, meno di due settimane fa, il rapporto tra il governo e la libera stampa sembrava già in crisi. Le prime impacciate uscite dell'esecutivo (i litigi in politica estera, la carica dei 102 ecc.) avevano un po' spazientito i quotidiani (soprattutto quelli più vicini) che, non a caso, avevano iniziato un vero e proprio tiro al bersaglio. Poi, all'improvviso, spunta il decreto Bersani ed ecco che la fiamma si ravviva. Per la verità il decreto, come spesso accade, ha diviso i quotidiani in tre categorie: quelli che hanno ripreso a lodare le «magnifiche sorti e progressive» del Prodino, i «terzisti» e i difensori dei professionisti. I più, entusiasti, come era abbastanza prevedibile, sono stati Repubblica e il Corriere della Sera. Soprattutto il primo, che con un editoriale di Eugenio Scalfari aveva messo in mostra la crisi tra Prodi e la libera stampa, è tornata agli antichi fasti. Basta leggere l'editoriale di Massimo Riva e l'analisi di Giuseppe Turani pubblicate all'indomani dell'approvazione del decreto. «Non sarà ancora la rivoluzione che molti a sinistra si ostinano a sognare - scrive Turani -, ma è certamente una cosa di sinistra». E più avanti: «La strada, insomma, è quella giusta». Sulla stessa lunghezza d'onda Riva: «Una sorpresa lieta e davvero inattesa, il cui peso politico ed economico per certi versi rivoluzionario oscura o comunque relega per il momento in secondo piano le altre pur importanti decisioni del governo Prodi». Ovviamente entusiasta l'Unità che il primo luglio ha aperto la prima pagina con titolo trionfante («Dodici riforme, svolta per i consumatori») accompagnato da un'intervista al segretario della Cgil Guglielmo Epifani («Buon inizio si parte con il piede giusto»). E veniamo agli altri. In perfetto stile terzista la linea del Sole 24 Ore che dopo aver ospitato commenti entusiasti di Fabrizio Galimberti e Giangiacomo Nardozzi, ha messo in campo il direttore Ferruccio De Bortoli. È toccata a lui (il 4 luglio) la critica del testo Bersani: «Non è pensabile che si conservino privilegi di casta, ma è sbagliato e dannoso che una parte vitale del Paese si senta aggredita e punita». E la pillola è stata resa ancora più amara da un intervento, ovviamente critico, del presidente del Consiglio nazionale forense Guido Alpa ospitato in prima pagina. Così le sorti dei professionisti sono state sostenute da Il Tempo e da Italia Oggi che hanno contestato soprattutto il metodo adottato dal governo. La strada del decreto, hanno fatto notare i due giornali, è sicuramente la strada peggiore per raggiungere l'obiettivo, pur condivisibile, di portare più equità nel sistema Italia.

Dai blog