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Dopo una giornata di tensioni Bersani cede e convoca un tavolo per domani

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La decisione arriva alla fine di una giornata che ha vissuto momenti di grande tensione. Ma, dopo l'assedio a Palazzo Chigi e l'aggressione al ministro dell'Università Fabio Mussi, il ministro per lo Sviluppo economico Pierluigi Bersani apre al dialogo e fissa un tavolo di confronto ma solo «se le agitazioni si fermeranno». Per tutta risposta i tassisti accettano la proposta perché, spiega il presidente dell'Uri Lorenzo Bittarelli, «prendiamo atto della disponibilità del governo di apportare modifiche al decreto». Per questo, stop alle agitazioni mentre resta confermato lo sciopero dell'11 luglio («Dopo il tavolo di concertazione vedremo il da farsi»). Nel pomeriggio anche Romano Prodi aveva detto la sua presentandosi in sala stampa di Palazzo Chigi per un improvviso incontro con i giornalisti. «Se il governo si fa condizionare dalle pretese di questa o quella categoria non può perseguire la sua missione» e comunque «ci sono regole che vanno rispettate», erano state le parole del premier. Mentre il portavoce Silvio Sircana era stato più netto precisando che non ci sarebbero stati incontri con il governo se non si fossero fermate le proteste. Il film della giornata era cominciato con la grande concentrazione al Circo Massimo. Fra i tassisti provenienti da tutta Italia (secondo gli organizzatori 10mila) c'erano i dirigenti di An Gianni Alemanno e Francesco Storace. Dopo un'assemblea i tassisti hanno deciso di marciare, pur non essendo autorizzati, verso Palazzo Chigi. La polizia, non reagendo alle provocazioni, ha sbarrato con vari cordoni il loro cammino e ha consentito che alla spicciolata circa 200 tassisti raggiungessero piazza Colonna, mentre il resto del gruppo rimaneva bloccato in piazza Venezia. Qui si è aperta una trattativa con il vice-questore Michele Laratta, dirigente del commissariato Viminale («Se indietreggiate da palazzo Chigi una delegazione sarà ricevuta»). I manifestanti sono indietreggiati, ma contro ogni auto a noleggio che passava volavano bottiglie, acqua e anche calci e pugni contro le carrozzerie. Gli episodi si sono ripetuti varie volte: contro un autobus ed anche contro la Lancia del ministro Mussi. Quando il ministro è sceso per parlare con i manifestanti, alcuni di loro hanno cominciato a spintonarlo violentemente, mentre altri si sono accaniti sull'automobile con il risultato di parecchie ammaccature su entrambe le fiancate. Mussi è comunque riuscito a percorrere i pochi metri che lo separavano da Montecitorio. Aggredito anche un fotografo e un collaboratore dell'Ansa colpito alle spalle da una bottiglietta d'acqua minerale. Sebbene la delegazione non sia stata mai ricevuta a palazzo Chigi, il ministro ribadiva più volte di voler aprire un tavolo con sindacati e sindaci purché cessassero le proteste. In serata si apre lo spiraglio della trattativa con Bersani e i tassisti accettano, almeno per il momento, la tregua.

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