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Casartigiani: «Prodi decide senza consultazioni»

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Prodi aveva promesso la concertazione e invece decide senza consultare nessuno. Berlusconi, accusato di eccessivo decisionismo, non ha mai avuto invece un comportamento così poco attento al dialogo». Entrando nel merito del decreto Bersani, Basso vede «profili di incostituzionalità perché tocca alcune materie di competenza delle Regioni ed è contro all'articolo 45 della Costituzione che tutela l'artigianato, come hanno già evidenziato illustri giuristi». Casartigiani, quindi «appoggerà lo sciopero dei tassisti dell'11 luglio ma - sottolinea Basso - siamo contrari ai blocchi spontanei perché aumentano la conflittualità». La Confapi, pur ritenendo «molto positiva ogni iniziativa che miri a sconfiggere l'evasione fiscale, valuta però come dannosa per tutte le piccole e medie industrie manifatturiere la sezione del decreto Bersani che rende ancora più stringenti gli studi di settore». È quanto rende noto l'organizzazione imprenditoriale, secondo la quale «gli studi di settore, strumenti che servono a presumere il reddito d'impresa, possono essere funzionali solo per alcuni tipi di attività, non certo per un universo così variegato come quello del manufatturiero». La Confapi sostiene infine che potrebbe essere «un grosso passo avanti la deduzione delle spese per studi e ricerche di cui il decreto parla». L'innovazione tecnologica sarebbe infatti «necessaria per essere competitivi, aiutare le imprese ad investire in studio e ricerca significa aiutare l'intero sistema economico». I commercialisti condividono ogni iniziativa legislativa che vada nella direzione di un'autentica liberalizzazione delle attività produttive ma non alcuni intevrenti adottati dal governo. Alle liberalizzazioni vanno imposti, spiega una nota «vincoli solo se nell'interesse degli utenti ed a garanzia del diritto di quest'ultimi di ricevere sempre prestazioni qualitativamente adeguate. Lo spirito riformatorio del decreto Bersani appare senz'altro apprezzabile, non sempre e non altrettanto alcune misure che non appaiono cogliere le finalità desiderate». Condivisibili anche le disposizioni che riguardano gli Ordini professionali (tariffe, pubblicità, società professionali) che però «non possono tuttavia risultare avulse da una riforma concertata dell'intero comparto».

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