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Su Csm e Consulta trovato l'accordo maggioranza-Cdl

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Due votazioni in cui dovrebbe reggere l'accordo trovato tra maggioranza ed opposizione per far sì che i candidati raggiungano gli elevati quorum richiesti: per il Csm la maggioranza deve essere pari ai 3/5 dei componenti dell'Assemblea, mentre per la Corte costituzionale è richiesta quella dei 2/3. Un'intesa cui si giunge dopo l'appello a far presto del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. A meno di sorprese dell'ultim'ora, il Parlamento eleggerà a palazzo dei Marescialli come membri laici Gianfranco Anedda (An), Michele Saponara (Fi, ex sottosegretario agli Interni) e Ugo Bergamo (senatore dell'Udc) in rappresentanza dell'opposizione. Per l'Unione, una riunione dei capigruppo di Camera e Senato ha deciso che al Csm andrà Nicola Mancino (Dl): l'ex presidente del Senato riscuoterebbe anche il gradimento anche del centrodestra per ricoprire l'incarico di vicepresidente del Csm (la Costituzione assegna al Capo dello Stato la presidenza dell'organo di autogoverno dei giudici). Gli altri candidati sono: Vincenzo Siniscalchi (avvocato penalista, ex deputato Ds), Celestina Tinelli (Ulivo, avvocato di Reggio Emilia, del Forum donne giuriste italiane), Mauro Volpi (Prc, preside della facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Perugia) e Letizia Vacca (Pdci, preside della facoltà di Giurisprudenza all'Università Roma 3). Anche la scelta del successore di Annibale Marini alla Corte costituzionale è cosa fatta: Paolo Maria Napolitano, che è stato capo dell'Ufficio legislativo di Gianfranco Fini alla vicepresidenza del Consiglio. Le scelte dei membri laici hanno scatenato qualche malumore sia nell'Unione che nella Cdl. Nel centrosinistra, l'Idv non ha partecipato all'incontro dei capigruppo: «Non siamo stati ascoltati». Nella Cdl, invece, la Dc ha annunciato che non parteciperà al voto per il Csm.

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