«Queste liberalizzazioni sono un falso»
L'economista Mario Baldassarri è dell'idea che il decreto Bersani sia tutto fumo e niente arrosto ma «come sempre la sinistra ha la capacità di fare una campagna pubblicitaria sul nulla». Ma come professore, lei contrario? Non era un liberalizzatore convinto? «E lo sono ancora, ma per favore, non prendiamoci in giro. È un'operazione demagogica. Sia ben chiaro io non sono contro l'aspirina al supermarket ma di qui a dire che viene affrontato il nodo del problema dei farmaci ce ne corre. E poi la mia impressione è che è la solita strategia per distrarre l'attenzione da altri problemi». Deviare l'attenzione da quali temi? «Il centrosinistra fino a poco tempo fa ci ha detto che c'era l'emergenza dei conti, che la finanza pubblica era allo sfascio e i mercati in allarme. Dopodichè ci annuncia una manovra urgentissima tra i 10-15 miliardi per tagliare il deficit e poi per l'anno prossimo di 45 miliardi, due terzi per ridurre il deficit e un terzo per rilanciare il pil. Poi ci ha detto che la manovrina è solo di 7 miliardi e infine si è capito che in realtà è di 4 miliardi perchè 3 sono finanziamenti per Anas e Fs. in conclusione viene fuori che non pagano i rimborsi Iva. Tutta la parte sulla finanza pubblica si è sgonfiata e la commissione Faini ha confermato i dati della Ragioneria di marzo, cioè i dati del centrodestra. Quindi i numeri della commissione Faini e le decisioni di Prodi sembrano aver dimenticato il problema di finanza pubblica. Il che fa sorgere una domanda: c'è o no un problema conti pubblici?» Comunque sia il tema delle liberalizzazioni andava affrontato, o no? «Quelle che sono state definite liberalizzazioni sono irrilevanti sul piano della politica economica, mistificatorie e possono assumere aspetti vessatori verso alcune categorie come i tassisti». Perchè irrilevanti? «Vere liberalizzazioni sono quelle sull'energia, le reti e le privatizzazioni di tutte le municipalizzate di tutti i servizi pubblici locali che a me pare siamo più importanti dell'aspirina al supermercato. Io sono favorevole alle liberalizzazioni ma non mi prendano in giro dicendo che queste sono vere liberalizzazioni». Perchè mistificatorie? «Non basta promettere l'aspirina al supermarket per parlare di liberalizzazioni se poi non si affronta il problema dei farmaci. Va detto che sul prezzo dei medicinali pesa per il 50% il margine industriale distributivo garantitito per legge. In Francia è il 16%. In più sono costretto a comprare una scatola di 30 pillole anche se ne devo prendere solo 4. Il problema vero è che si spendono 15 miliardi l'anno per comprare medicine che contengono 8 miliardi di rendite di posizione. Le liberalizzazioni inoltre sono vessatorie perchè colpiscono alcune categorie. Un conto è dire che si liberalizzano le licenze dei taxi, un conto è aprire un varco in cui le multinazionali possono organizzare rete di taxi creando le premesse per un'ulteriore concentrazione. Oltre al singolo cittadino, possono presentarsi al Comune anche l'Avis o la Hertx e chiedere 3.000 licenze. Non mi pare che nel decreto Bersani questo punto sia stato chiarito. Non voglio fare una difesa delle categorie perchè sono un liberalizzatore nato ma non prendiamoci in giro». Sta di fatto che la sinistra sta facendo quello che il centrodestra avrebbe dovuto fare e non ha fatto. «Certo il centrodestra avrebbe dovuto fare più liberalizzazioni e più privatizzazioni ma la sinistra indica i titoli dei capitoli ma non i contenuti».