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Nel 1998 la mini-riforma causò 40 giorni di stop

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Non si tratta della cronaca di ieri pomeriggio ma dell'autunno del 1998, quando l'allora giunta Rutelli varò la liberalizzazione dei turni dei taxi per superare il paradosso di avere fasce orarie in cui o i taxi si ritrovavano senza clienti o i clienti si ritrovavano senza taxi. A quel tempo, l'assessore alla Mobilità, Walter Tocci, si ritrovò nel mezzo del ciclone con una serie di scioperi a catena mai avvenuta prima. Eppure si trattava di una riforma che, rispetto a quella varata venerdì scorso dal Consiglio dei ministri, concedeva soltanto la libertà della turnazione, fissando solo il minimo delle ore lavorative e non il massimo. La stessa auto, in tal modo, poteva essere utilizzata da più tassisti. Il muro contro muro del 1998 si risolse con una vittoria di Pirro da parte del Colle capitolino, quando il Consiglio comunale riuscì ad approvare la «riforma Tocci» alle sei del mattino, dopo una notte trascorsa tra i banchi dell'Aula con un ostruzionismo senza precedenti da parte di Alleanza Nazionale. A quel tempo la giunta Rutelli riuscì a tenere il punto e a vincere una battaglia che sembrava non dover finire. Fu, però una vittoria di Pirro. Nonostante l'approvazione della nuova regolamentazione e la fine dello sciopero che mise la città in ginocchio per oltre un mese, nessuno degli oltre cinquemila tassisti capitolini usò mai la nuova turnazione, vanificando di fatto tutti gli effetti che il Comune aveva sperato di ottenere, fin quando dopo anni di scontri e incontri, un nuovo accordo con l'amministrazione, siglato proprio un anno fa, non cancellò definitivamente quel regolamento e sancì il bando di gara per 450 nuove licenze.

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