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«Sono disponibile al dialogo Faremo altre liberalizzazioni

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Ha combattuto la sua battaglia. Fulminea. A sorpresa. Ha sbaragliato le linee nemiche e non ha dato tempo di reazione nemmeno alle file amiche. E poi è tornato a casa, a gustarsi l'effetto della sua azione. Pierluigi Bersani è fatto così. È un emiliano silenzioso, che non ama apparire troppo. E così, dopo aver varato la sua piccola rivoluzione, è scappato via dall'assolata Roma per rifugiarsi nella sua dimora in quel di Piacenza. Con moglie e figli. Poche telefonate, selezionate. E tanto calcio, con i Mondiali. Il ministro dello Sviluppo Economico non si è voluto perdere Inghilterra-Portogallo nel pomeriggio e men che meno Brasile-Francia, in serata. Solo nelle pause calcistiche, Bersani s'è informato sulla guerra che ha scatenato. Categorie pronte alla rivolta: dai tassisti agli avvocati, passando per i farmacisti e le banche (ma solo in parte). E prima di assistere alle prodezze di Ronaldinho e Zidane, il titolare del dicastero di via Veneto prova ad analizzare la situazione: «Capisco le proteste, ma io sono disponibile al dialogo. Lo sono sempre stato. Chi mi conosce - ricorda ai suoi collaboratori - sa bene non mi sono mai sottratto al confronto». Vero, ma è anche vero che chi lo frequenta sa altrettanto bene che sarà difficile fargli cambiare idea. Insomma, è presto per parlare di modifiche. Il ministro, infatti, ha aperto il dialogo con le parti ma ha scelto di prendere la strada in discesa: domani vedrà per primi i consumatori. Forse in settimana si avvierà anche un tavolo aperto anche alle altre forze, ma non è stato ancora scelto un metodo: possibile anche che si proceda per tavoli settoriali. Il secondo pensiero del responsabile delle attività produttive è per i colleghi di governo: «Sono rimasto davvero colpito dal senso di responsabilità degli altri ministri - è la confessione di Bersani -. Insomma, uno come Mastella ha appreso di provvedimenti che riguardavano da vicino il suo dicastero appena la sera prima del varo. Siamo entrati anche nelle sue competenze, ma Clemente ha compreso la portata delle decisioni, e lo si sta vedendo in queste ore». Per non parlare della Turco, ministro della Salute: «Anche Livia ci ha dato un grande aiuto, i farmaci al supermercato è un punto delicato nell'azione del suo dicastero». Bersani guarda le dichiarazioni degli esponenti della Cdl che accusano di fatto il governo di aver colpito le categorie vicine al centrodestra. E sorride: «E che significa? Che tutti i consumatori sono con noi? Ce li regalano così?». E adesso guarda avanti. Pensa al futuro. E riflette con i suoi: «Quello che abbiamo deciso non è che l'inizio. Metteremo mano a tutti quei settori dove la concorrenza è bloccata, è ferma, è chiusa. Dove resistono piccole corporazioni. Quello che si è messo in moto è qualcosa di più grande». E non nasconde di contare anche sui liberisti del centrodestra, su quelli che nell'altro schieramento sono pronti anche a rompere la disciplina di partito pur di far procedere le riforme. Non è un caso infatti che oggi Bersani parteciperà ad un convegno vicino ad Alessandria assieme a Marco Follini, che ieri ha sostenuto la sua rivoluzione.

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