Italiani ai seggi oltre le previsioni: alle 22 aveva votato il 35% Il Nord in soccorso del «Sì», Lazio nella media nazionale
Gli italiani sono andati a votare e anche in maniera rilevante. Quando, alle 22 di una domenica infuocata, si sono chiuse le urne, il 35 per cento aveva deposto la scheda nell'urna. Con i record del 44,1 per cento dell'Emilia Romagna e del 41% per l'area geografica del Settentrione. Il Lazio ha toccato quota 34,7 per cento, Abruzzo e Molise rispettivamente 32,4 e 30,2. Una netta inversione di tendenza. Mentre nelle ultime consultazioni popolari si era notato un netto calo d'affluenza, in questo caso si potrebbe registrare una ripresa significativa. Nelle ultime due consultazioni (2005 e 2003), a votare si era recato circa un quarto degli aventi diritto. Nel terz'ultimo (2001), proprio sulla precedente riforma costituzionale, poco più di un terzo. Leggermente più alto, del 32%, del 2000. Stavolta, invece, se anche oggi (seggi aperti dalle 7 alle 15), si confermasse la tendenza di ieri, il dato finale potrebbe superare il 45%. Ben oltre la soglia a cui aspira il comitato del «Sì», mentre il comitato del «No» si augura che non si superi il 50%. La partecipazione al voto, infatti, non è solo un dato statistico. Ha anche una valenza politica: stando alle previsioni, più saranno i votanti e maggiori sono le possibilità che vinca il sì alla riforma voluta dal centrodestra. E questo perché gli elettori della Casa delle Libertà sono solitamente più pigri e restii alla mobilitazione. Ore 12. La tendenza al rialzo è chiara già dal mattino. Al termine della mattinata segnala un 10,1%. Più del doppio rispetto alla più recente consultazione, quella di un anno fa sulla fecondazione assistita. Anche allora si votò a giugno (il 12 e il 13), dunque in periodo di week end al mare, e alle 12 l'affluenza alle urne fu del 4,6% mentre il dato definitivo fu del 25,9%. Anche nel precedente referendum, quello del 15 giugno 2003 (articolo 18), a fine mattinata aveva votato il 4,5% e il dato finale fu del 25,7%. Insomma, se il trend fosse confermato, il referendum sulla riforma costituzionale potrebbe alla fine raggiungere l'obiettivo del 50% dei votanti. Anche nella prima rilevazione, inoltre, era l'Emilia Romagna - ovvero una Regione nella quale dovrebbe prevalere il «No» - che aveva toccato la percentuale più alta: 15,9%. Ma in generale era molto alta l'affluenza in tutte le regioni del Nord dove invece dovrebbe essere in vantaggio il «Sì»: Lombardia 12,7%, Veneto 12,4%, Piemonte 11,6%, Friuli 11,8%. Nel Lazio il dato si fermava al 10,3% (a Roma era oltre il 12%), in Abruzzo al 7,4%, in Molise al 7,6%. Ore 19. L'affluenza è rimasta sempre alta (almeno nel confronto con le più recenti consultazioni analoghe) e ha toccato quota 22,4%. Praticamente la stessa del referendum costituzionale precedente, quello dell'ottobre 2001, quando però si votò in una sola giornata. Ieri il 22% è nettamente superiore al 13,3% che si registrò l'anno scorso e oltre il doppio del 10,4 della consultazione del 2003. Il dato per aree geografiche conferma la spinta dell'Italia settentrionale dove, sino a quell'ora, era andato a votare il 28,2% contro il 23,9% dell'Italia centrale. Molto indietro il Sud a quota 13,6% e le Isole a 15,3%. Al Nord svetta la Lombardia (29,9%), poi Piemonte (27,4%) e Veneto (26,4%). Il Lazio resta in media, con il 22%, l'Abruzzo si ferma a 18,8%, il Molise al 17,9%. Lega contro Tv. Nel giorno del silenzio elettorale, non manca ovviamente la polemica politica. Per la precisione si tratta di un botta e risposta tra il coordinatore delle segreterie della Lega nord e vice presidente del Senato, Roberto Calderoli, e la direzione di SkyTg24 per un servizio sul referendum andato in onda con alcune interviste. L'ex ministro delle Riforme ha parlato di «scandaloso episodio del servizio di SkyTg24 delle ore 12, dove sono state mandate in onda soltanto interviste a coloro che hanno affermato di votare no al referendum e hanno motivato il loro no con le stesse argomentazioni di Scalfaro». La direzione di SkyTg24 ha precisato che «le interviste in oggetto, realizzate fuori da un seggio elettorale, ruota